Paolo Catena si sa che è uno degli artisti che più di tutti ha dato lustro ad un certo modo di fare e intendere metal in Italia, riuscendo in maniera sorprendente a conquistarsi una nicchia di ascoltatori molto fedele pure all’estero, con collaborazioni e attestati di stima da parte di personaggi del calibro di
Jello Biafra (
Dead Kennedys,
Jello Biafra and the Guantanamo School of Medicine),
Scott “Wino” (
Saint Vitus,
Vintage Caravan e
The Obsessed tra i tanti) e
Lee Dorrian (
Cathedral e
Teeth of Lions Rule the Divine sono tra le varie esperienze presenti nel suo curriculum), quindi parliamo di un personaggio di culto nel panorama doom mondiale.
Seppur
Paolo Catena dopo la morte artistica di
Paul Chain si sia voluto completamente allontanare dalla scena metal, la sua opera è stata continuamente gestita e ristampata, in maniera a volte molto discutibile dalla
Minotauro Records.
Nel 2020 ha fatto chiacchierare la ristampa in vinile di
"Live 2" del
Paul Chain Group (uscito originariamente nel ’92 in cassetta tramite il fan club ufficiale e ristampato nuovamente in cd nel 2015) con un nuovo nome e un presunto mix fatto da
Thomas Hand Chaste, che però ci sentiamo di dire che ha fatto proprio un lavoro minimo e chiamarlo nuovo mix è fuorviante.
Il doppio vinile è una testimonianza di quella serata, con un
Catena che accanto ai suoi
Death SS portava avanti un altro progetto personale tutto incentrato sull’improvvisazione.
Nel primo vinile e soprattutto nel primo lato il trio para su soluzioni più vicine allo speed/heavy metal senza convincere fino in fondo, mentre nel secondo vinile la qualità aumenta vorticosamente con quel dark/doom metal liquido e amorfo che lascia libero sfogo alle improvvisazioni soliste dei singoli membri tra giri di basso ipnotici, effettistica varia, rullate e fill di batteria fantasiosi e la ruggente sei corde di
Catena che macina riffs e assoli come se non ci fosse un domani che trova il suo culmine massimo nel lato finale.
La qualità audio è da bootleg e a risentirne è soprattutto la voce dei singer che risulta molto impastata e afflitta da un fastidioso effetto eco, ma il risvolto positivo è che si ha un live che suona veramente “live” con tanto di applausi e ovazioni del pubblico. Peccato però che non si sia potuto (o voluto?) fare un lavoro di restauro sonoro di miglior qualità, per poter quindi dare maggior giustizia alle note qui riversate e ciò pesa molto vista l’ottima perfomance del trio che tra le note di
"Funebre Scala",
"Nero Fumo" o
"Incenso",
"Death Voodoo Rock",
"Incerto Futuro" e
"Finale" sforna un’esibizione esuberante, dinamica , fantasiosa e dai toni aspri.
Inoltre il confezionamento ai minimi termini del doppio LP, senza una straccio di nota aggiuntiva o di qualsivoglia foto fa pensare al fatto che si sia voluto fare un lavoro con il minimo sforzo e viste le eccellenti stampe fatte sempre con il catalogo di
Chain da parte della
F.O.A.D. Records con
"Live a Cattolica 5.8.1988" (del 2016) e di
"Highway To Hell" da parte della
High Roller Records (uscita nel 2011 e ristampato nuovamente nel 2018) il confronto è davvero impietoso e imbarazzante.
Vista inoltre la drammatica situazione in cui versa la musica fisica non ci sentiamo di supportare un lavoro svolto con così tanta noncuranza.
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