Ok, adesso guardate quelle facce lì, guardate quelle magliette lì:
Lo sentite, il metallo che scorre, la scarsa socialità, il nerdismo misto a voglia di Gloria? Bene, aggiungete a tutto questo che gli
Herzel vengono dalla meravigliosa Bretagna, che cantano in lingua madre (il Bretone, non il francese!) e avrete tutti gli ingredienti per il disco dell'anno!
... gli ingredienti, ma NON il disco dell'anno.
"
Le Dernier Rempart" è una spremuta di amore per l'heavy metal e per la tradizione bretone, il tutto condensato in 36 minuti di musica ad alto tasso di metallosità ed emozione. Tra Virgin Steele, Manowar, Manilla Road, senza avere un briciolo del talento delle bands succitate, gli
Herzel ci danno dentro per quanto possono, e lo fanno pure in lingua madre, con brani francamente esaltanti per l'amore che senti, ma scadenti da un punto di vista esecutivo/compositivo. E spiace, spiace un sacco per quanto sforzo e quanta passione c'è in questo dischetto, ma obiettivamente siamo di fronte ad un lavoro acerbo, ancora tutto da definire e non in grado, allo stato attuale, di poter competere alla pari nel mercato moderno.
Questo, insomma, è il classico album per i nostalgici, per gli spulciatori dell'underground, per chi ha voglia di ascoltare una band che ok, non sarà la punta di diamante del metal moderno, ma ha tanta di quella passione che la potrebbe vendere. Se vi riconoscete nella categoria, "
Le Dernier Rempart" vi saprà parlare di gloria, valore e tempi ormai lontani. Se cercate tecnica, gusto e produzione, invece, temo di dovervi indirizzare altrove.
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