Carissimi lettori di metal,.it, in particolare amanti del prog-power, siete in crisi d’astinenza da Symphony X, alla stessa stregua di un tossico alle prese con la propria dose giornaliera?
Pur di colmare questo vuoto, sareste disposti perfino a optare per roba di seconda scelta, nell'estenuante attesa che il prodotto originale, prima o poi, giunga tra le vostre mani e vi inondi le vene/orecchie con la sua genuinità...o meglio, in altri termini, (onde evitare che con questi ambigui parallelismi qualcuno possa insospettirsi) prima che Romeo e soci sfornino un nuovo album?
Beh, se siete messi cosi male e al limite della sopportazione (come il sottoscritto), vi consiglio i
Simulacrum, interessanti musicisti scandinavi che, con
Genesis, giungono al traguardo del terzo disco in studio, il primo per
Frontiers Records.
Mettiamo subito le cose in chiaro, i
Simulacrum non inventano assolutamente niente di nuovo, sono autori di prog-power tradizionale e malignamente li si potrebbe subito etichettare come una delle tantissime “bands-clone” dei già citati Symphony X, le cui influenze sono palesi sin dall’iniziale
Traumatized. Tuttavia, nonostante le evidentissime analogie con la band del New Jersey, questi finlandesi suonano veramente bene e sono autori di fraseggi ed assoli tecnicamente impeccabili ad opera dei chitarristi
Nicholas Pulkkinen e
Petri Makila e del tastierista
Christian Pulkkinen (fondatore della band).
Nella prima metà del disco, oltre agli onnipresenti Symphony X, vi sono evidenti richiami a band come i connazionali Status Minor (è questo il caso di
Nothing Remains o
Scorched Earth), mentre un brano come
Arrhythmic Distortions, con la sua sezione ritmica sincopata ed alcuni inserti tastieristici moderni, ricorda vagamente i francesi Spheric Universe Experience.
Forse il pezzo leggermente più originale è rappresentato dalla semi-ballad
Like You, Like Me che si fa apprezzare per la sua eleganza.
La seconda metà del disco invece è caratterizzata dalla suite
Genesis che da il titolo all’intero lavoro, della durata complessiva di circa 31 minuti e che probabilmente è il vero e proprio fiore all’occhiello di quest’ultima fatica dei
Simulacrum.
L’opera è divisa in 4 parti, nelle prime due, intitolate
The Celestial Architect e
Evolution Of Man dominano l’aggressività e la tecnica grazie a riffs e assoli killer che faranno contenti molti nostalgici del prog-power anni 90, ma già verso la fine del secondo atto della suite, sono il basso di
Olli Haka e soprattutto il suono pulito di pianoforte di
Christian Pulkkinen che prendono il sopravvento e preparano il terzo capitolo di
Genesis ovvero l’intima e riflessiva
The Human Equation (“
eppure tutto questo mi ricorda qualcosa?” citazione dal film Ritorno Al Futuro). Il cosiddetto “Grand Finale” spetta a
End Of Entropy, brano multiforme in cui le ritmiche tornano dispari per merito della batteria di
Tatu Turunen, chitarre e tastiera tessono trame ipnotiche e le voci (eh si perchè i
Simulacrum hanno ben 2 cantanti!) di
Niklas Broman ed
Erik Kraemer alternano momenti delicati con altri più aggressivi, raggiungendo vette assai elevate.
Una bella sorpresa questi finlandesi, non c’è che dire, hanno classe, eleganza, tecnica e un gusto unico per la melodia che si amalgama perfettamente con la ferocia tipicamente power. Sia chiaro, non inventano niente, è importante ribadirlo, ma ciò che compongono, è fatto con stile e gusto, per cui un amante del prog-power tradizionale non può certo non apprezzare.
Promossi!