Copertina 8

Info

Anno di uscita:2021
Durata:52 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. FINISH LINE
  2. I’M GONNA LOSE IT
  3. HARD TO SAY GOODBYE
  4. HOW DO YOU
  5. HEART ATTACK
  6. FANTASY
  7. LONELY DAYS
  8. REACH THE SKY
  9. CRIED ENOUGH FOR YOU
  10. TAKE WHAT’S MINE
  11. RUNNING GAMES

Line up

  • Joel Hoekstra: guitars
  • Russell Allen: vocals, backing vocals
  • Vinny Appice: drums
  • Tony Franklin: bass
  • Derek Sherinian: keyboards
  • Jeff Scott Soto: backing vocals
  • Lenny Castro: guest on percussion
  • Chloe Lowery: guest on backing vocals
  • Dave Eggar: guest on cello
  • Katie Kresek: guest on violin, viola

Voto medio utenti

Difficile stabilire il momento “preciso” in cui, nei confronti dei supergruppi, si è passati dalla “curiosità spasmodica” alla “scettica indifferenza”, ma di certo sarebbe un peccato accogliere i Joel Hoekstra's 13, fieri appartenenti alla suddetta categoria di virtuosi, con scarso interesse e approccio superficiale.
Prima di tutto perché già il debutto, “Dying to live”, era ben lontano da un’ostentazione di destrezze singole, e poi perché questo secondo “Running games” supera decisamente il suo predecessore in fatto di coagulazione espressiva e di maturazione compositiva.
Certo, per apprezzarlo appieno bisogna ineluttabilmente essere devoti al verbo di Whitesnake, Rainbow e Dio, accorgendosi ben presto che da queste parti la passione, oltre al talento e alla perizia tecnica, rende l’intera questione qualcosa di certamente diverso da una semplice operazione di nostalgica emulazione.
Joel Hoekstra, Russell Allen, Vinny Appice, Tony Franklin e Derek Sherinian appaiono oggi come un manipolo di eccezionali performers accomunati da una visione artistica condivisa, in cui cultura, tecnica e feeling si compenetrano in maniera armonica ed equilibrata.
Ovviamente poter contare su qualità individuali così spiccate (e qui vale la pena ricordare anche la presenza di Jeff Scott Soto, relegato, oibò, alle backing vocals) è un importante “valore aggiunto” e tuttavia a sorprendere è l’affiatamento e la naturalezza con cui i nostri si approcciano a una materia sonora in cui il pericolo della routine è veramente elevatissimo.
Il fraseggio cromato di “Finish line” dispone favorevolmente all’ascolto e quando sono la poderosa linea vocale e il refrain contagioso a conquistare il proscenio, l’eventualità di un orientamento fastidiosamente derivativo si dilegua all'istante, lasciando il posto a una piacevole e confortevole sensazione di “bozzolo” sensoriale.
I fans dell’Arcobaleno adoreranno le successive “I’m gonna lose it” e “Hard to say goodbye”, pilotate da un Allen posseduto dallo “spirito” del migliore Joe Lynn Turner e da un Hoekstra che mette a frutto in maniera costruttiva la grande lezione Blackmore-iana.
A "How do you” è affidato il compito di ricordare l’importanza di una favolosa ballata bluesy nell’economia di un album di hard-rock, mentre la febbrile intensità di “Heart attack” rievoca con gusto e innata attitudine l’immarcescibile eredità dei Whitesnake, e ancor di più piace il trattamento delle “radici” del genere applicato a “Fantasy”, animata da un magnetico tocco esotico.
L’ottima “Lonely days” rivela l’animo maggiormente “adulto” di una band che in “Reach the sky” e “Cried enough for you” asseconda il suo temperamento enfatico ed evocativo, per poi lambire territori power-prog in “Take what’s mine” e concludere il suo secondo parto discografico con una title-track di notevole suggestione, intrisa di un’elegiaca atmosfera acustica.
I Joel Hoekstra's 13 diventano così una priorità per tutti quelli che amano i suoni “classici” del rock e credono che “l’anima” e l’ispirazione, anche in una comitiva di straordinari professionisti della musica, possano ancora fare la differenza.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 23 feb 2021 alle 11:26

Questo l'ho ascoltato ed è una bella bombetta!

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