Denso ritorno al black metal per i piemontesi, dopo lo scioglimento del 2018, ecco che la band si è riformata diventando però un duo.
Di loro mi sono occupato in una precedente vita scribacchinesca quando ho trattato l’album pre-split “
Altar Of Fear” del 2017.
Ora i nostri, risorti dalle ceneri pubblicano questo nerissimo ritorno sempre col supporto dell’attiva
Vacula Productions.
L’opener “
Exilia” è un manifesto black metal, apertura marziale con un riff che più maligno non si può e soprattutto i tempi sono serrati.
La monotonia del brano richiama lo stile norvegese della seconda ondata; lo screaming è in secondo piano e alternato ad un growl cavernoso; all’interno ci sono anche sezioni atmosferiche che non diminuiscono l’aura maligna.
“
Howling ruins fall silent”, inizia con un riff marcio per pii diventare un up tempo darkthroniano con accelerazioni e voci filtrate.
Si sente una vena hc ma posseduta a dovere dal demone nero della fiamma musicale più blasfema; le tastiere fanno capolino come arpeggi di chitarra maligni e cambi di tempo a variare la composizione.
“
Through vaults of wounded light”, ha un inizio inquietante con un tappeto rumoristico e riffing arpeggiati sinistri, per pii ecco arrivare la sfuriata con screaming acidissimi.
La band ha confezionato un brano di puro black metal, dove il blast beats e un certo modo di concepire il metal estremo scandinavo farebbero da colonna sonora per una cerimonia demoniaca.
Il duo ha confermato che la fame del metallo nero vecchia scuola non è mai sopita; un disco che è una dichiarazione d’intenti piena di odio, blasfemia e misantropico spirito contro la moderna società.
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