“C’è una guerra dentro di me, ed ogni giorno combatto!” Con queste parole, il buon
Blaze Bayley scandisce il ritornello della Titletrack del nuovo
"War Within Me”, decimo disco del massiccio (in tutti i sensi) cantante inglese. Ho seguito con particolare interesse quella che fu, a mio modo di vedere, un’ottima trilogia sci-fi fra il 2016 e il 2018, che ha visto
Bayley cooperare assieme agli
Absolva, band heavy metal inglese, sia in sede live che in studio. Questi ultimi sono riusciti a dare nei tre dischi del concept, personalmente, un sound molto più fresco, variegato, e riuscendo a rimediare al fallimento che fu
“The King Of Metal” del 2012 dove
Blaze sembrava aver perso completamente l’ispirazione.
Absolva che contribuiscono, assieme a
Blaze ovviamente, anche nella realizzazione di
“War Within Me”, nuovo album come detto sopra, e sul quale il discorso non si discosta di molto dai precedenti lavori. Se infatti da un lato ritroviamo il classico heavy metal che avevamo già avuto modo di sentire nei dischi precedenti, dall’altro emerge un’aggressività di fondo nei riff che riporta indietro ai tempi dell’incazzatissimo
“Blood And Belief”, o di
“The Man Who Whould Not Die”. Il disco, infatti, riesce a ad avere un perfetto equilibrio fra pezzi più tradizionali, ed altri dov’è il riffing a farla da padrone.
La Titletrack è un perfetto esempio di quest’ultima descrizione, mentre
“Warrior” con il suo chorus molto anthemico (del quale sono sicuro verrà riproposto live quando si potrà), fa sentire un
Bayley vocalmente ispiratissimo nei momenti più melodici.
“Pull Yourself Up” invece mostra i membri degli
Absolva, soprattutto il chitarrista
Chris Appleton, in grande spolvero, con un grande assolo. Andando sulla parte centrale invece, si perde un po’ di concretezza con
“The Dream Of Alan Turing” e
“The Power Of Nikola Tesla”, due brani molto veloci, ma che nell’insieme lasciano poco e niente. In
“Witches Night” si sentono echi di un passato maideniano, soprattutto nel ritornello, ma io non me ne lamento, poiché sono influenze che Bayley, volente o nolente, avrà sempre nel suo modo di comporre. L’importante è non doverne abusare, cosa che non succede nel disco. L’ottima
“Every Storm Ends” mette in evidenza il vocione di
Blaze, ormai conscio delle sue possibilità, ma anche limiti vocali, e che riesce a comporre un’ottima ballad senza strafare in parti o eccessivamente noiose, o vocalmente brutte. Buona la produzione, che mette in risalto tutti gli strumenti senza risultare eccessivamente fredda.
“War Within Me” è alla fine dei conti un ottimo album, dove la passione che ha sempre contraddistinto
Blaze per tutta la sua carriera è ben presente. Non ci sono particolari picchi di genialità o coinvolgimento, ma neanche tremendi bassi, e forse è questo che basta. Molto probabilmente maggiori pezzi con una verve più aggressiva, e meno più orientati sulla melodia sarebbe stata la scelta migliore, ma non ci si può lamentare più di tanto, a mio modo di vedere. Un uomo che ha avuto nella sua vita tragedie e cadute emotive di ogni genere, che è capace ancora a quasi 60 anni suonati di trasmettere il suo amore e la sua dedizione alla musica che ha sempre amato, avrà sempre la mia stima. Con tutti i difetti possibili, questa è musica genuina, ma soprattutto fatta con il cuore.