Ha senso aspettarsi qualche sorpresa da un nuovo album dei
Blackmore’s Night? Certo che no, come dimostrato da
“Nature’s Light”, che esce a sei anni di distanza dall’ultimo
“All Our Yesterdays”.
Le atmosfere folk e medievaleggianti regnano sovrane, a cominciare dall’introduttiva
“Once Upon December”, che avrebbe potuto far parte di qualsiasi lavoro del combo guidato dall’ex-chitarrista dei Deep Purple e dei Rainbow. La musica non cambia nella successiva
“Four Winds”, seguita dall’altrettanto “coerente”
“Feather In The Wind”. In
“Darker Shade Of Black”, ottimo brano strumentale dal piglio morriconiano,
Ritchie Blackmore riprende in mano la fedele Stratocaster prima di tornare “all’ordinaria amministrazione” con
“The Twisted Oak”.
Una festosa titletrack con
Candice Night protagonista sfocia in un altro riuscito episodio strumentale dal piglio blues nuovamente eseguito alla chitarra elettrica, prima dell’ennesima (ho perso il conto) versione di
“Wish You Were Here”, ballad contenuta nell’esordio
“Shadow Of The Moon” del 1997. La trascurabile
“Going To The Faire” prelude a
“Second Element”, primo momento realmente “atipico” del full-length per il suo respiro marcatamente pop.
Ce n’era bisogno? No, ma va bene lo stesso.
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