MiniLP (si dice ancora?) di esordio per gli islandesi
Forsmán che, grazie alla sempre valida
Ván Records, rilasciano questo
"Dönsum i Logans Ljóma" contenente quattro brani per meno di mezz'ora di musica.
In un mercato saturo come quello odierno, sul quale la mannaia della peste cinese ha solo dato il colpo di grazia, giustificare uscite del genere, mi riferisco alla brevità, è davvero arduo a meno che anche la musica estrema non si stia rivolgendo verso piattaforme tipo Spotify o a tipologie come le playlist di Youtube, distruggendo, in tal modo, lo spirito della musica stessa, ma, come disse il saggio, chi sono io per fare considerazioni del genere?
Dunque, dato che non sono nessuno, dico solo che
"Dönsum i Logans Ljóma" è un buon debut che bilancia, in modo quasi delicato, melodie melanconiche e furiose dissonanze, per un suono tagliente, brutale e poco easy listening.
L'offerta degli islandesi ha un taglio moderno scevro da compromessi, ma pecca in originalità, caratteristica non grave in verità, ed in un certo appiattimento tra i brani che si assomigliano tra loro in modo "pericoloso", e qui il difetto è certo più grave, cosa che, in ogni caso, non inficia troppo il risultato finale visto che, andando bene in profondità, gli arrangiamenti sono curati e gli intrecci armonici, soprattutto nelle chitarre, appaiono validi e ricchi di quello "sdegno" gelido che il black metal dovrebbe sempre possedere.
Per quanto mi riguarda, questo esordio è un album da ascoltare, adatto, com'è, alla clausura forzata per il suo contenuto di odio e belligeranza che ben si sposano con i sentimenti che, immagino, ciascuno di noi stia provando in questi mesi e costituendo, quindi, una sorta di valvola di sfogo nella quale rifugiarsi riflettendo sulla inutilità totale del genere umano.
Lasciando le riflessioni filosofiche da parte, torno un attimo nel mio ruolo di scribacchino e consiglio
"Dönsum i Logans Ljóma" a chiunque ami la commistione tra black moderno, death senza compromessi (soprattutto per la voce roca e brutale) e gelide atmosfere della sprezzante Islanda perché difficilmente se ne potrà restare delusi.
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