La montagna è stata terra amara, culla e casa per molti di noi; chi dalla pianura si trova a dover soggiornare, passare per le zone montane o collinari sente la sua anima in pace ammirando la maestosità del paesaggio.
Ma solo che in quei luoghi vi è nato conosce a fondo il culto delle cime montane, il rispetto e timore; si timore perché quanti hanno trovato la morte perché con gesto di irrispettosità sfidavano per orgoglio quelle vette.
In questi luoghi si è benvenuti, ma sono pochi quelli che sanno carpirne i segreti più reconditi come questo duo.
Questa formazione nostrana torna a quattro anni di distanza da debut per proseguire il culto verso la natura montana e i misteri che vi si addentrano.
Un black metal “devoto”, permettetemi questa stortura verbale ma non riesco a trovare aggettivo più calzante di questo per definire il percorso dei nostri.
Già a partire dal sacro canto alpino “
Signore delle cime” che è un manifesto emozionante che fa sempre venire il magone anche a chi lo ha solo ascoltato la prima volta con l’epicità selvaggia di “
Bezoar” a seguire; un brano di black metal cadenzato ma dai riffing nordici e fieri come la popolazione che abita le zone montane con un’apertura pulita sul finale.
Altro centro è “
Seungonga”; brano intenso che passa da parti veloci con inserimenti in blast beats a parti più cadenzate e atmosferiche con una vena epicheggiante.
“
Il passo delle cenge” è un tributo acustico al culto e al rispetto delle zone montane dove natura, cuore e bellezza risuonano in armonia si viene guidati dalla voce di
Nequam dei
The Magik Way.
La doppietta “
La roccia di Jean Grat” e “
Ventre di lupo” erano presenti nello split album del 2019 che li coinvolgeva con altri compagni come
Inféren, Malauriu e
Vultur qui riscoperte e che brillano nel complesso del disco.
Un tributo al culto italiano della nera fiamma viene fatto con la cover di “
Vengeance from beyond” dei monumentali
Mortuary Drape, i pionieri del black metal riconosciuti anche a livello internazionale.
Un disco che è un piccolo manifesto, un altro tassello importante nel percorso musicale dei nostri da conservare e godere; il culto è vivo.
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