Secondo album in due anni per questa one man band danese che sforna senza alcun problema pezzi di una portata e di un’intensità nera come se piovesse … E’ incredibile come in un solo anno
Eirik abbia migliorato, e di molto, la proprio proposta, passando da un sound molto acerbo e amatoriale verso un qualcosa di molto "raffinato", elaborato ed efficace, soprattutto nelle parti più lente, che erano il vero tallone d’Achille del début
"Det Alværnende". Con questo nuovo album, già dall'incipit dell’iniziale
"Indskrevet I Verdenens Marv" si capisce che ci troviamo di fronte a qualcosa di nettamente migliore che non si perde nel calderone del già sentito, ma che, pur non stravolgendo il genere, riesce a farci respirare a pieni polmoni un’aria malsana, marcia e putrida, impregnata di morte e disperazione come in un "banchetto" funebre...
"Ormene Æder Fuglene Til Sidst" é infatti un ottimo platter che sa condensare all'interno di uno stesso pezzo (come
"Et Afhugget Hoved I Hænderne" o
"Fjendtligt-Negative Kræfter" ad esempio) molte diverse sfaccettature estreme, come passaggi funeral doom, improvvise accelerazioni care alle più terribili tempeste nordiche, piuttosto che plumbee melodie … Un continuo alternarsi di atmosfere "negative" e pesanti, dove la speranza non é contemplata ed é la disperazione più nera a farla da padrone … L’album é un vero viaggio esistenziale nel dolore che attanaglia lo spirito umano e cio’ che lascia di stucco é come Drüben riesca a trasmetterci tutto cio’ con semplicità ed efficacia disarmante … Se siete già di vostro degli animi tormentati, Drüben rischia di essere la ‘giusta’ ispirazione per spingere oltre la vostra sofferenza... attenzione che se vi approccerete in maniera sbagliata a quest’album ne potreste rimanere segnati a vita … Nero, misantropico, gelido e disperato ... questo é (il mio) black metal !
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