Metti una sera a cena il miglior chitarrista dei Maiden (
change my mind) e uno degli ultimi 'fenomeni' della scena hard rock americana; metti che i due decidano di unire le forze e tirare fuori dai loro immensi cappelli a cilindro tutto quello che gli piace di più, sia esso blues, rock settantiano e lisergico, o un pò di sano hard rock che puzza di Glenn Huges e dintorni.
Metti poi che alla stessa cena venga invitato anche
Kevin Shirley, che è uno dei guru dello studio di registrazione, e che riesce a tirare fuori dagli artisti la loro vera essenza; metti infine che i due, per quanto diversi culturalmente e caratterialmente, se la intendano davvero alla grande: il risultato non può che essere quella che, in termini tecnici redazionali, siamo soliti chiamare "
una bombazza".
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Smith/Kotzen" è sudore e cavi arrotolati male, tappeti pieni di segatura da bacchette e un paio di mojito sulla testata dell'ampli, con una produzione volutamente ruvida e (per me) irresistibile;
Adrian Smith è una benedizione dal cielo, anche quando canta, con la sua attitudine molto Paul Rodgers-esca, con l'esperienza in ogni nota di un uomo che ha calcato semplicemente ogni palco dell'universo, ma che non ha perso il gusto per attaccare un ts9 e suonare per l'amore di suonare; dall'altra parte
Richie Kotzen è il polpo, il multistrumentista, il cantante dalla voce acuta e tagliente, lo shredder inconfondibile e mai figlio delle sbrodolate senza senso, ché tutto un senso lo acquista, quando il contesto è degno. SIGLA!
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Taking my chances" è un biglietto da visita perfetto, con la coppia a dividersi le duties in un brano energico ed esaltante; "
Running" spinge sull'acceleratore, "
Scars" invece ha la 'pancia' delle canzoni grosse, trascinate, con un drumming ciccione e pesante, e i nostri due a scambiarsi scale come messaggini d'amore... E ancora, "
Some People" è street rock con dei lick da urlo, conditi da slide, aperture blues, un solo di Adrian benedetto dal cielo; "
Glory Road" è blues fino al midollo, vi ho già detto che i due si sono anche divisi le parti di basso e Richie suona anche la batteria in quasi tutti i brani? Poi arriva "
Solar Fire" e c'è un certo
Nicko McBrain alla batteria, e il pezzo è uno degli highlights del disco, carico e panciuto, un pò Winery Dogs. Le ultime tre tracks vedono un altro guest alle bacchette,
Tal Bergman, e (grazie al cielo) la sostanza non cambia, anche se "
You Don't Know me" rallenta i bpm e si concede un po' di atmosfera, nei suoi 7 minuti, ed è ancora da notare quanto zio Adrian canti bene, che fa quasi rabbia, quest'uomo è sprecato a suonare e basta!
Insomma. Ci metterei la firma se potessi avere più spesso sottomano album del genere da ascoltare, album così bilanciati e riusciti che ad una band 'standard' ci vorrebbero due o tre anni (SE ti riesce), e invece a sti due secondo me saranno bastate un paio d'ore, quattro mail e due birrette... Non c'è niente da fare, quando ce l'hai ce l'hai, e certe cose non si studiano, come l'immenso talento di questi due signori. Album promossissimo, che ne parliamo a fare.