Quando un gruppo con una carriera come quella dei
Thunder sforna un nuovo disco, il dubbio, affiorante nelle menti anche dei suoi più fedeli estimatori, è sempre lo stesso e cioè che il
feeling non scorra più copioso e intenso, sommerso dalla
routine.
“
All the right noises” tranquillizza i
fans dei britannici e pur fedele alla formula che li ha resi famosi, la ripropone con un fervore e una classe tali da scongiurare ogni eventuale addebito di scarso entusiasmo e indolenza.
In questi solchi, infatti, non troverete bizzarre alchimie sonore, ma nemmeno si potrà parlare di un approccio pigramente
old-fashioned, e se vi piace l’
hard-rock, il
soul e il
R&B difficilmente troverete di meglio nella scena contemporanea, pur affollata da “nuovi” e “vecchi” frequentatori del genere.
Questione di talento, attitudine, onestà e carisma, tutta “roba” che
Daniel Bowes,
Luke Morley,
Ben Matthews,
Chris Childs e
‘Harry’ James possiedono in quantità esorbitante e che dispensano a piene mani senza soluzione di continuità da tempo immemore.
Inaugurato da una “
Last one out turn off the lights” che spazza via molti dei
Led-Clones di ogni epoca, con la successiva “
Destruction” la
band sconfina addirittura in territori vagamente
grunge, appesantendo e scurendo il clima sonico, mantenendo innato buongusto ed efficacia espressiva.
“
The smoking gun” è una malinconica ballata
western di notevole suggestione, alimentata anche dalle
anthemiche pulsazioni
hard n’ blues di “
Going to sin city” (con il suo riuscito innesto di fiati), mentre a “
Don’t forget to live before you die” è affidato il compito di dimostrare che i
Thunder non temono per nulla la sfida con la
nouvelle-vague del
rock classico.
Dopo aver abbassato le luci con la delizia passionale “
I’ll be the one”, e averle riaccese con le cadenze adescanti di “
Young man”, i nostri in “
You’re gonna be my girl” coniano un lapalissiano tributo a una certa tradizione
british (The Faces, Rod Stewart, Quireboys …), per poi ammaliare l’astante attraverso il tocco esotico di “
St George’s day” e le fugaci divagazioni psichedeliche di “
Force of nature”, un
hard-rock blues elettroacustico di sicura e immediata presa emotiva.
“
She’s a millionairess” chiude con la tipica contagiosità
southern un albo appassionante, divertente, emozionante e non banale nemmeno nelle scottanti tematiche sociali (
Brexit, immigrazione, depressione, …) che affronta con sagacia e ironia … in altre parole, l’ennesima meraviglia sonora prodotta dai
Thunder, una formidabile coalizione di vitali e incorruttibili
hard-rockers.
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