La scena black ed atmoblack britannica (soprattutto underground) sta vivendo una sorta di golden age grazie a band storiche quali
Winterfylleth,
Saor o
Fen ma anche alle "nuove leve" da esse influenzate.
In tale gruppo troviamo i
Wolvencrown, quintetto di Nottingham, che a 2 anni dal debut "
Of Bark And Ash" (uscito per la nostrana
Avantgarde Music) torna a farsi sentire con l'EP "
A Shadow of What Once Was" questa volta licenziato dalla connazionale
Clobber Records.
I tre brani del dischetto dal punto di vista compositivo ed esecutivo sembrano un'unica canzone divisa in tre movimenti, nei quali i
Wolvencrown racchiudono varie anime del black metal: "
A Shadow of What Once Was pt 1" è foriera del lato più ferale e primordiale con un suono gelido e dal sapore classico ed un pò retrò ma gradualmente vira verso territori più autunnali, malinconici, tipici delle terre da cui la band proviene con "
A Shadow of What Once Was pt 2".
In questa canzone viene esaltata la profondità del suono, vengono evocate atmosfere oscure ed arcane, i ritmi si fanno più evocativi ed intensi per condurre infine al pezzo finale "
Coming to An End" interamente strumentale che incorpora anche parti orchestrali.
Forse -dopo le prime 2 tracce- ci si poteva aspettare una chiusura più incisiva in quanto, sebbene le partiture di synth riescano a cullare dolcemente chi ascolta, alla lunga i 7 minuti del brano risultano leggermente ripetitivi.
La bontà complessiva dell'Ep è indiscutibile e rende i
Wolvencrown un combo da tenere decisamente d'occhio per il futuro.
PS
Ma solo al sottoscritto l'artwork di "
A Shadow Of What Once Was" richiama -nel tratto- quello di "
Dark Medieval Times"?
Wolvencrown - "
A Shadow of What Once Was" (full EP)
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