Certo che in Lousiana si deve respirare un’aria molto particolare: guardiamo ad esempio a tutta la fiorente scena Sludge Metal della zona, ai vari progetti più o meno riusciti di un
Anselmo a caso o al Punk e al Country locale.
La particolare cultura della regione con la forte presenza di creoli, di ampie fasce della società di origine francese e dei discendenti degli immigrati di origine tedesca, italiana e provenienti dalle Isole Canarie ha dato un forte input a questa humus culturale unico.
In questo posto affascinante e lontano ai nostri occhi gente come
Down,
Southern Isolation,
Crowbar,
Soilent Green e
EyehateGod hanno saputo tratteggiare molto bene certe atmosfere e problemi della loro terra d'appartenenza.
In questo fervida scena musicale si inseriscono i
Capra, che non sono la band preferita di
Vittorio Sgarbi ma una giovane promessa della
Metal Blade che dopo un Ep di due canzoni uscito lo scorso anno, in questo 2021 si prepara a debuttare e vi avviso già che lo fa con una bella mina!
“In Transmission” è un album che deve tanto al Metal quanto al Punk/Hardcore e ci fa riscoprire cos’era il Metalcore: non parliamo di quel surrogato sempre più insignificante partorito da oscenità musicali come
Bullet For My Valentine,
Atreyu,
Bring Me The Horizon o
Trivium che negli ultimi quindici anni lo hanno sempre più ridicolizzato, ma si parla di cose ben più serie, autentiche e sentite come i cari vecchi
Converge o i
Biohazard.
Questo
“In Transmission” è rabbia, sudore, voglia di sbattere in faccia la dura realtà all’ascoltatore e lo si fa con riff massicci, una batteria pestona, breakdown spezza collo, un suono da garage ma in salsa moderna e atmosfere fosche, quasi sludgey e fangose nei vari rallentamenti. Le canzoni sono semplici e vanno dritte al punto e la singer… beh,
Crow Lotus dietro al microfono ti sputa addosso i testi di queste canzoni, non è una “ragazza immagine” attira morti di figa, ma elemento integrale dei
Capra con il suo cantato perennemente urlato e incazzato.
Come avete potuto capire questo lavoro mi è piaciuto e pure molto: vero, qualche ingenuità c’è ma lasciatemi dire che è ampiamente perdonabile visto che parliamo del loro disco d’esordio. Non è innovativo, non è originale, ma è intenso, è ispirato e nonostante una leggera ripetitività in certo frangenti, questi trentadue minuti colpiscono nel segno con un sound iracondo e nervoso.
Davvero una bella sorpresa: teneteli d’occhio, che se continuano su questa strada, affinando il loro sound secondo me ne sentiremo delle belle con un pizzico di varietà e maturità in più!
Piccola nota a margine: cari
Ultra-Violence guardate qui se volete darvi al Metalcore, perché se volete proseguire con quanto fatto con il vostro ultimo singolo… beh sarete tra i vari complici dello
sputtanamento musicale di questo genere!
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