Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2021
Durata:56 min.
Etichetta:D.T.M. Productions

Tracklist

  1. TYRANT SPELL
  2. THE ANVILS
  3. DESPAIR IS MY NAME
  4. RED SKY IN MOURNING
  5. MY HAUNTING VISION
  6. SOLITUDE APOCALYPSE
  7. SHADOWS IMMEMORIAL
  8. A BITTER END
  9. THE RAVEN LOOKS ON
  10. BLACK ALCHEMIST
  11. SUSSEX HELL HOUND
  12. SERPENT & SAINT

Line up

  • Kobold: vocals, keyboards
  • Beleth: guitars, bass
  • Kobro: drums

Voto medio utenti

Ai tempi del liceo consideravo il 6,5 un voto ben più che dignitoso e tutt’altro che disprezzabile.
Il problema alberga nel peso delle aspettative: basse quelle relative al mio rendimento scolastico dell’epoca, alte quelle che riponevo nel nuovo full length degli Old Forest.
Ahimè, avrei dovuto tenere a mente l’adagio della romanziera fantasy Cecilia Dart-Thornton, secondo la quale “le grandi aspettative sono il preludio delle grandi delusioni”.

Già l’artwork di copertina, sciapo anzichenò, mi aveva fatto sorgere qualche perplessità; l’ascolto dell’insipida opening trackTyrant Spell”, poi, aveva materializzato nubi ancor più fosche.
Nubi parzialmente dissipate dalla successiva “The Anvils”, efficace manifesto del trademark sonoro dei Nostri, ossia quel particolare sposalizio tra black atmosferico e gothic doom britannico anni ’90 che tanto mi aveva fatto apprezzare il precedente “Black Forests of Eternal Doom”.

Di lì in poi, ahimè, assistiamo impotenti ad un saliscendi qualitativo che vede alternarsi buone intuizioni (il mesto arrangiamento di “Despair is my Name”, le melodie di chitarra di “Shadows Immemorial”) a fasi tutto sommato sorvolabili (la strumentale “Red Sky in Mourning”, l’appesantita doppietta “My Haunting Vision” / “Solitude Apocalypse”).
Duole evidenziare come, invece, non si scorga traccia di qualsivoglia picco di eccellenza o di cristallina ispirazione.
Peccato.

Così, tra riffs tanto granitici quanto dolenti, luttuosi tappeti di keyboards, vocals ora in screaming ora declamate -a cavallo tra Aaron Stainthorpe, Fernando Ribeiro e Nick Holmes… senza ovviamente raggiungere i picchi interpretativi di nessuno di essi- giungiamo al termine di una tracklist priva di rilevanti sobbalzi emotivi.

Interessante, invece, il ripescaggio di un antico demo di quattro tracce posto in coda, che mette in evidenza un combo ancora alle prese con un raw black metal tanto acerbo quanto piacevole… forse sin troppo, dal momento che ho quasi finito per apprezzare maggiormente la malignità caciarona e genuina di “The Raven Looks On” ed il peculiare connubio tra black 'n roll e mire sinfoniche di “Sussex Hell Hound” alle nuove composizioni.

Mournfall”, in ultima analisi, resta comunque un approdo sicuro per gli amanti di certe sonorità, ma sono convinto che dagli Old Forest fosse lecito attendersi di più.
Al prossimo giro, dunque, auspico maggior impegno: le doti per far bene ci sono, ma urge metterle a frutto.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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