I Nahemah sono cinque musicisti spagnoli che debuttano sul mercato con questo "Second Philosophy", un album all'insegna del gothic rock più progressivo ed atmosferico. Ascoltando il disco infatti non è difficile riconoscere elementi tipici di band come i Katatonia più recenti, gli Opeth e i nostrani Novembre. Il tasso emozionale quindi è molto elevato nella musica dei Nahemah, cosa che lo rende ricco di sfumature che è possibile cogliere solamente dopo molti ascolti approfonditi.
La prima traccia "Siamese" è sorretta da un riff di chitarra che potrebbe benissimo essere stato partorito dai Novembre, arricchito da delle parti di tastiera che donano un tocco sognante ed etereo al pezzo, con il growl di Pablo Egido sempre in primo piano proprio come zio Akerfeldt insegna. Decisamente azzeccato e convincente poi l'inserimento della doppia voce pulita durante il ritornello, altr band romana che i Nahemah dimostrano di apprezzare oltremodo. I Katatonia fanno capolino nella successiva "Killing My Architect", un pezzo che sembra un avanzo delle registrazioni di "Viva Emptiness", con quel cuo appeal chiaroscurale che alterna riff di chitarra cupi e vorticosi ad aperture dove è la voce pulita a riportare un po' di luce in queste lande oscure. Un pezzo altamente emozionale, con dei violini da brivido in chiusura. "Nothing" si trascina decadente e disperata per 6 minuti e mezzo, con una tastiera dai suoni decisamente moderni ed ancora una volta un chorus in cui voce pulita e growl si alternano creando un gioco di chiaroscuro che non può non emozionare. Potrei descrivere anche le altre tracce, ma credo basti così, anche perchè le coordinate musicali dei Nahemah sono piuttosto evidenti nei pezzi sopra descritti, a ragione considerabili programmatici.
A livello di suoni il lavoro è più che buono: chitarre e tastiera lottano tra loro per ottenere un posto in primo piano, spesso incrociandosi e completandosi a vicenda, mentre la batteria è sempre presente a dettare il ritmo del pezzo.
I Nahemah hanno le potenzialità per farsi largo nel panorama musicale attuale, ma è necessario lavorare per limare alcune ingenuità di cui il gruppo pecca: innanzitutto va posta maggiore cura nella stesura dei pezzi, tutti basati sullo stesso ritmo che alla fin fine finisce con lo stufare l'ascoltatore; inoltre sarebbe forse meglio ridurre la durata media dei pezzi, che in "The Second Philosohy" è di 5 minuti e mezzo circa, dal momento che i brani risultano troppo dilatati e forzatamente prolissi. Per il resto un gran bel disco che farà felici i fan di Katatonia e Novembre e che ci consegna un gruppo dalle enormi potenzialità. CBCR
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