Copertina 9

Info

Anno di uscita:2020
Durata:43 min.
Etichetta:Hammerheart Records

Tracklist

  1. THE TEMPTER
  2. ASSASSIN
  3. VICTIM OF THE INSANE
  4. REVELATION (LIFE OR DEATH)
  5. BASTRDS WILL PAY
  6. THE FALL OF LUCIFER
  7. ENDTIME
  8. PSALM 9
  9. TALES OF BRAVE ULYSSES

Line up

  • Eric Wagner: vocals
  • Rick Wartell: guitars
  • Bruce Franklin: guitars
  • Sean McAllister: bass
  • Jeff Olson: drums

Voto medio utenti

Nuova serie di ristampe e questa volta ci spostiamo in casa Hammerheart che in un sol colpo ristampa quasi tutti gli album degli storici Trouble fatti tra il 1979 e il 1996, in pratica il loro periodo migliore.
Si parte innanzitutto dallo storico esordio, quel “Psalm 9” che uscito originariamente nel 1984, con il tempo ha dato una certa fama (relativa visto che parliamo sempre di una band cult) al gruppo americano.

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Per chi non lo sapesse, i Trouble sono insieme ai Candlemass, Pentagram, Saint Vitus e a Paul Chain (ma volendo potremmo estendere il club pure ai defunti Cathedral e ai The Obsessed) tra i principali interpreti del Doom Metal più “classico”.
Tra i principali discepoli dei primi Black Sabbath, ripresero quelle sonorità per farle proprie e attuarle agli anni ’80.
Il debutto è un’autentica pietra miliare del genere e presenta il classico rifferama figlio del riff maker per eccellenza, sua maestà Iommi, intersecarsi con le armonizzazioni chitarristiche figlie della New Wave Of British Heavy Metal con Judas Priest e Iron Maiden andare a braccetto con l’Hard Rock mitologico dei Led Zeppelin.
Un’altalena ritmica che alterna ritmi lenti e cupi ad altri più vivaci rende tutte le canzoni interessanti e dinamiche, anche per via delle fasi solistiche che calzano alla perfezione nei contesti nelle quali vengono inserite.
Per ultimo lascio la voce di Eric Wagner che con il suo stile aspro e acido è il classico cantante che o si ama o si odia: croce e delizia di band fortemente caratterizzate anche da questo elemento come i Mercyful Fate o i Cirith Ungol. Voci acute ed estreme, che fendono l’aria in maniera dirompente.

La cover “Tales of Brave Ulysses” dei Cream (probabilmente il primo super gruppo della storia del Rock) chiude in modo peculiare un album importante per il genere: ironico pensare che un disco così sulfureo ma al tempo stesso tagliente abbia tematiche cristiane con tnato di etichetta coniata ("White Metal"). A pensar bene ciò aumenta l’aurea mistica del lavoro che ad anni di distanza riesce sempre ad affascinare.

Ricordo su un numero della rivista “Giochi Per Il Mio Computer” di un’interessante speciale su quali fossero i videogiochi meritevoli del fatidico “10”: ovvero quelli che oltre a portare importanti step evolutivi in questo o quel genere, fossero riusciti a superare indenni alla prova del tempo e che quindi risultassero divertenti e giocabili anche a distanza di anni. Un discorso questo che può essere perfettamente traslato pure in campo musicale, non trovate?
Ecco, magari “Psalm 9” non avrà inventato nulla di realmente nuovo all’epoca, ma è un album che ha contribuito a plasmare il Doom successivo e non sarò sicuramente io a negare tutto questo e a sminuire quello che a conti fatti è un caposaldo (come spesso avviene per artisti e album celebri in una revisione storica a volte grottesca e raccapricciante che pare quasi una moda per fare “l’alternativo” di turno).
Inoltre al suo interno ci sono tutti gli elementi caratteristici della band, con una personalità forte e straripante fatta di un guitarwork sempre interessante e incalzante, di una sezione ritmica mai statica e di un cantante che nel bene e nel male lo riconosci subito.
Personalità che manca molto spesso nelle varie release che vengono qui trattate.

Recensione a cura di Seba Dall

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 25 mag 2021 alle 09:45

Poco da dire, capolavoro assoluto. È bello che ogni tanto riparlate di dischi come questo, dischi che per tante ragioni oggi non escono più.

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