Drinn... drinn... clack...
"Hello?"
"Ahah, Piante Grasse"
Ecco che, a parziale sollievo dal disappunto nei confronti dell'ultimo lavoro dei Maiden, arriva il nuovo disco (il quinto) delle Trombe di Falloppio, con la sua carica di ironia dissacrante e sempre pronta a strapazzare luoghi comuni e quotidianità.
Che dire, riescono pure a far ridere quando affrontano un genere tipicamente deprimente quale il grunge, con - la nirvaniana - "Hulk", peraltro uno dei pezzi più riusciti del disco.
Dopo tanti anni d’attività le Trombe sono una banda di arguti mattacchioni - ma anche musicisti - perfettamente rodata, con Falloppio sempre a tenere la scena, le chitarre di Strega e Ciffo ben affiatate e quella sicurezza rappresentata dalla sezione ritmica di Flober e Allo.
Come già fatto ai tempi del precedente "Povero Diabolus" non voglio togliervi il gusto sia di scoprirne i rimandi musicali (devo ammettere di avere avuto qualche difficoltà nell'inquadrare "Culo Basso", mentre per "Rane Fritte" sono bastate due sole note!) sia quello di assaporare tutte le storie narrate in ogni singolo brano.
E’ impossibile indicare quali sono i pezzi più riusciti, certo tra le mie preferite trova sicuramente posto l'appena citata "Rane Fritte" (e ci mancherebbe altro...), poi il compito si fa davvero difficile.
Strepitosa "Hulk" (e se nel disco precedente "Uso il Cric", era la valvola di sfogo per ogni automobilista, questa è destinata a tutti coloro che subiscono prevaricazioni), ma non bisogna sottovalutare "Iguano" (il sequel della storica "Rettilario", con una prova sorprendente di Flober), l'Hard Rock accattivante di "Vicks Sinex", la punkettara "Barbadura" e l’easy rock di "Angelone", qui presente addirittura in due versioni, probabilmente perchè dotata di un refrain azzeccato che ne può fare un facile hit radiofonico. Ma sto già svelandovi troppo!
Per l'occasione le Trombe hanno comunque ridotto gli intermezzi concentrandosi maggiormente sulle canzoni, una scelta che a scapito di qualche battuta in meno, rende più scorrevole l'ascolto dell'album: ora non avete più nemmeno questa scusa!
"... modestamente io me lo vanto..." (da "Angelone")
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