Da quando il glorioso capo Gianluca Grazioli mi ha reclutato nella famiglia di
Metal.it quasi 4 anni fa posso fare -divertendomi ed avendo una gran quantità di materiale a disposizione- una delle cose che più mi appassiona: parlare di metal.
Ma soprattutto scoprire e provare a far apprezzare ad altre persone dischi che, molto probabilmente, andrebbero a perdersi nell'oceano delle uscite musicali.
A volte però - lo confesso - mi soffermo più sugli aspetti negativi, sulle cose che non vanno, su particolari che non mi hanno convinto piuttosto che cercare di sottolineare il lato valido della musica che vi presento perdendomi qualcosa.
Approfitto perciò della indiscutibile bontà del disco di cui vado a parlare per ovviare (ma so già che ci ricascherò...) a queste pecche.
Il lavoro in questione è "
Portraits", quarto sigillo dei catalani
Perennial Isolation, uscito a ben 5 anni di distanza dal precedente "
Epiphanies of the Orphaned Light" e dopo il cambio di label che dalla spagnola
Darkwoods li ha visti passare alla olandese
Non Serviam Records.
Ho detto che avrei parlato delle cose belle e così partiamo dall'artwork: meraviglioso nei suoi toni di grigio, nero e bianco che ritraggono un angolo di mondo perso nel niente, immerso ed immoto nel ghiaccio.
Ma è soprattuto la musica che rende facile il parlare bene delle nove tracce del disco: un lotto di canzoni complesse ed articolate che dipingono atmosfere sospese tra il sogno e la veglia, tra gli ultimi aliti tiepidi dell'autunno e la cristallizzazione del tempo invernale.
Drudkh, Wodensthrone, Agalloch, Deafheaven sono certamente ispiratori delle melodie nere e galleggianti tra il black ed il post di brani quali "
Unceasing Sorrows From The Vastness' Scion" o "
The Breathless Season Bane" ma il quartetto di Barcellona sa spingersi con cognizione di causa anche in territori più violenti.
Ecco allora le strazianti vocals ed i blast beat urticanti di "
Autumn Legacy Underlying The Cold's Caress" o il tremolo picking serrato della conclusiva -bellissima- "
Emanations From The Swallowed Twilight" che riconducono i
Perennial Isolation nel grande calderone dove la fiamma nera arde intensa.
Anzi, è forse quando l'aggressività vira verso il parossismo e la sofferenza diviene tangibile, che i nostri danno il meglio di sè: ascoltare il passaggio da una apparente quiete sino all'esplosione di furia e rabbia di "
Through fire upon fire" (qualcosa dei
Borknagar prima maniera?) per averne la riprova.
E le note negative? Perchè qualche imperfezione ci sarà vero?
Come diceva il
Colonnello Mortimer:
"
Un'altra volta..."
C'è musica eccellente qui, non dovrebbero servire altre motivazioni per acquistare un disco, no?
Perennial Isolation - "
Emanations from the Swallowed Twilight"
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