E’ difficile iniziare ad imbrattare una pagina bianca e parlare in modo positivo di qualcosa che non c’è più. Una rinascita che non ha avuto tempo di sbocciare, un nuovo inizio con diverse incognite che…non è mai iniziato e che rappresenta, invece, una sola certezza: la fine. La fine di una vita, di una carriera, la fine della possibilità -egoisticamente per noi- di godere di nuove emozioni. In fondo, però, siamo stati fortunati perché di emozioni, quel fottuto pazzo di
Alexi, ce ne ha regalate tante e nessuno potrà portarcele via.
Con i
Bodom After Midnight Alexi voleva voltare pagina e staccarsi dai litigi con gli ex compagni di band, dalla guerra sui diritti, dalle questioni sulla direzione musicale e condurre la nave a modo suo. Capitan
Laiho, con un manipolo di fedeli assoldati alla causa del metallo, voleva tornare a fare musica in modo libero e, secondo le poche tracce che abbiamo a disposizione in questo EP, ci stava riuscendo.
Tre pezzi, quasi 15 minuti di musica sono il suo testamento.
La copertina rossa (ad opera di
Travis Smith) richiama quella del primo, leggendario Something Wild, il letterning del nome è stato ripreso da Follow The Reaper ed il suono di queste tracce ha tutti i tratti distintivi dello stile del finlandese. Anche se sarebbe più corretto parlare di band, perché con
Alexi ci sono l’altra chitarra di
Daniel Freyberg (già ritmico nei Children of Bodom), il basso di
Toivonen, la batteria di
Vayrynen (Paradise Lost) e, soprattutto, le tastiere di
Lauri Salama. C’era in effetti un po’ di timore su quella che sarebbe potuta essere la proposta dei
Bodom After Midnight. Discostarsi dalle ingombranti tastiere di
Wirman? Tornare ad una moderna vena thrash che ha contraddistinto certi lavori dei Children Of Bodom?
I Bodom After Midnight sono tutto quello che un fan dei Children of Bodom potrebbe desiderare. Il primo brano, "
Paint The Sky With Blood", è un pezzo veloce, con diversi blast beat e quella vena melodica sempre presente. Le chitarre sono protagoniste, tra ottimo riffing che richiama qualcosa dal capolavoro Hatebreeder e buoni assoli. Le tastiere fanno da leggero tappeto, le gang vocals sono finalmente tornate e gli arrangiamenti sono essenziali e ben fatti. "
Payback’s a Bitch" è un pochino più thrashosa, più cazzona se vogliamo, mischia i Bodom classici dei primi tre lavori a qualcosina di Hate Crew Deathroll/Are You Dead Yet? con tastiere presenti anche in fase solista e contro-cori a sostegno. Chiude una cover dei maestri
Dissection, proveniente da quel caposaldo chiamato Storm of the Light’s Bane ed eseguita con gusto, rispettando l’originale.
Se fossi vissuto su Krypton gli ultimi due anni, all’oscuro di tutte le vicende che hanno coinvolto la band finlandese, ed avessi ascoltato questi brani al buio, avrei sicuramente detto: “
cazzo, i Children of Bodom sono tornati a bomba!”.
Non nascondo di essermi commosso all’ascolto dell'EP in questione che, lo ricordo, rappresenta l’unico materiale inedito esistente partorito da
Laiho con i Bodom After Midnight. Nessun rimpianto, nessun rimorso, una vita da
Wildchild che ha scavato un solco nella nostra musica preferita.
See You In Hell My Friend.