In questo triste periodo mi mancava una bella botta di rock acido-jammistico, di quello in cui le canzoni partono per la tangente e si dilungano in spirali psichedeliche senza una meta ben determinata. Cavalcate molto seventies, dove si galoppa in maniera trascinante e soprattutto stordente, senza porsi particolari limiti riguardo la forma-canzone. Dei trip sonori, in pratica.
Ci ha pensato un trio canadese il cui nome è già tutto un programma:
Heavy Trip.
I ragazzi di Vancouver si sono formati da poco e questo è il loro full-length di esordio. Roba strumentale, molto "space", sul genere Earthless, Wo Fat, Ecstatic Vision, Harsh Toke, Geezer e compagnia.
La chitarra stoner-fuzz-bluesy di
Cole Jandrisch è l'assoluta colonna portante di tutto il lavoro, che si snoda in quattro lunghi brani tra i sette ed i tredici minuti. Jam-songs dall'atmosfera molto improvvisativa e free, come prevede questo tipo di impostazione, ma anche abbastanza ricche di groove ed impatto stordente, con la sezione ritmica che si flette per adattarsi alle spirali lisergiche della lead.
Molto bella l'iniziale "
Hand of shroom" con una prima metà molto lisergica e psycho-space ed una seconda più rocciosa e stoner. Gelo dello spazio e calore delle sabbie, episodio corposo e coinvolgente. La seguente "
Lunar throne" parte in maniera più lenta, guidata dalla fuzz-guitar di
Jandrisch e da una ritmica pesante e cadenzata in odor di Sleep. Il solismo psichedelico del chitarrista ravviva l'incedere slow del brano, dai connotati assai ipnotici, che poi accellera gradualmente verso un finale dal retrogusto epic-doom infiorito di un solismo sempre pungente.
"
Mind leaf" mostra nuovamente uno start nebbioso (un pò troppo simile al pezzo precedente) con la sferzante lead che costantemente alterna riff ed assoli molto Earthless ma l'episodio sembra non decollare mai. Meglio la lunga "
Treespinner" che vanta un passo deciso e stoner, quasi convulso, una tirata quasi Hawkwindiana dopo il solito intro psico-lunare. Quando il ritmo cresce ed il trio si lascia andare, il livello di energia acid-rock è sicuramente buono con l'aggiunta di qualche vibrazione sludge. Una jam valida, colorita, debordante nella sezione finale.
Una prova valida, ma che necessita di aggiustamenti. Lo schema delle canzoni tende a ripetersi e non sempre il solismo torrenziale riesce a compensare una certa uniformità di soluzioni. Certamente positiva la prestazione tecnica, ma da adesso in avanti gli
Heavy Trip dovranno osare maggiormente per distinguersi in una nicchia difficile come il rock psichedelico strumentale.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?