I giapponesi Blood Stain Child arrivano al terzo disco e se non erro questo “Idolator” è il primo distribuito anche in Italia. Conosciamo tutti la passione dei giapponesi per il metal più classico e in questo disco i cinque giapponesi al mettono a frutto, con un sound che ha come partenza Dark Tranquillity ed In Flames, non tralasciando però qualche screams black metal e patterns più affini al thrash metal. Quello che stupisce è però la massiccia componente elettronica che pervade le dieci canzoni del disco.
Le tastiere di Aki danno un flavour cibernetico e moderno al metal classicheggiante dei Blood Stain Child, ed è interessante ascoltare le sperimentazioni sonore di “Final Sky” o di “Live Inside”, dove quando meno te l’aspetti tra un loop e beat techno parte un assolo heavy!
Molto ben presente la melodia, che talvolta assume i tratti tipici della cultura giapponese, come in “Trial Spiral”. Tuttavia il sound spesso suona tipicamente europeo, nonostante la band provenga da Osaka.
Buona la prova tecnica e la produzione (di Tue Madsen, e si sente), sicuramente ottimo il drumming di Violator, sempre in overdrive, e le vocals di Ryo.
Se si spogliasse il sound della band dagli orpelli elettronici, ci troveremmo di fronte ad un suono per nulla innovativo, tuttavia la componente elettronica è molto presente, spesso preponderante e ciò contribuisce a creare un sound alquanto personale, seppur non miracoloso. Ciò che fa la differenza è sicuramente la bravura della band nel sapere rielaborare le proprie influenze, tale da permettere un inno epico come “Void”, oppure un cyber thrash ballabile e ruffiano come “Type-N”. Sul disco è presente anche il video di “Truth” e la cover “True Blue” dei Lunar Sea. Una band interessante.
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