Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2021
Durata:37 min.
Etichetta:Sonic Age Records / Cult Metal Classics

Tracklist

  1. FIGHT FOR THE PEACE
  2. BIG BAD CITY
  3. A MATTER OF TIME
  4. I'M GONNA GET TO YOU
  5. THE NEXT GENERATION
  6. BAD REACTION
  7. I'M ON THE WAY
  8. THE BIGGER THEY ARE (THE HARDER THEY FALL)
  9. FOOL FOR BELIEVIN'
  10. YOUTH-ENASIA

Line up

  • Ted Heath: vocals
  • Bobby Tait: drums
  • Joey Scott: guitars
  • Demir Demirkan: guitars
  • Nick Aqleh: bass

Voto medio utenti

In tempi di diffuse riscoperte e ristampe varie, è sempre alquanto complicato distinguere le vere “reliquie” dalle operazioni di comodo, ma mi sa che questa volta siamo di fronte ad un recupero storico degno di notevole attenzione.
Riportare alla luce il lavoro dei Mesheen, band californiana ahinoi piuttosto “intempestiva” nelle sue scelte espressive, consente, infatti, di indirizzare un sentito plauso alla Sonic Age Records, a cui saranno grati tutti gli estimatori di un certo hard n’ heavy statunitense, mirabilmente rappresentato da formazioni del calibro di Malice, Fifth Angel, Dokken, Q5 e Rough Cutt.
Formati dagli ex-Tyton Bobby Tait e Joey Scott, i nostri realizzano nel 1992 un paio di demos che pur apprezzati dalla critica non furono sufficienti a trasformare, come spesso accade, un ruolo da potenziali “predestinati” in qualcosa di più concreto.
A matter of time”, registrato nel 1994 e fino ad oggi rimasto una “chicca” per esploratori dell’US metal, conquista la doverosa visibilità grazie alla label greca, non nuova a queste iniziative “archeologiche”.
Capitanati dall’ugola virile e aitante di Ted Heath (una specie di fusione tra R. J. Dio, Ted Pilot e Dave Meniketti), i losangelini potevano contare su un songwriting di pregio, capace di miscelare con cura e una certa raffinatezza grinta e melodia.
La struttura armonica (arpeggio evocativo, crescendo emotivo fino al refrain “presa rapida”) con cui è costruito l’atto di apertura “Fight for the peace” è quanto di più “convenzionale” si possa trovare nel genere e, ciononostante, il brano affascina senza cedimenti, al pari di quanto accade nella successiva “Big bad city” in cui affiorano pure barlumi della nobile l’influenza degli immortali Queensryche.
A matter of time” accentua la componente melodica e aggiunge sinuosità bluesy all’impasto sonico, mentre con “I'm gonna get to you” (vagamente Kiss-esca) e l’anthemThe next generation” il gruppo svela la sua attitudine spiccatamente “hair-metal”, per poi tornare a calcare sentieri vigorosamente languidi in “Bad reaction” e tentare, con esiti discreti, la carta della power-ballad in “I'm on the way”.
Giunti all’excursus acustico “The bigger they are (The harder they fall)”, non particolarmente riuscito, appare abbastanza chiaro che il terreno più consono alle qualità dei Mesheen sia quello dove sono le sfavillanti e accattivanti cromature metalliche a prendere il sopravvento, impressione confermata da “Fool for believin'” e dalla potente “Youth-Enasia”, che chiudono il godibile programma inducendo una buona dose di coinvolgimento sensoriale.
A matter of time” è dunque la fotografia di una formazione valorosa, priva di una vera personalità “autoctona” e impossibilitata dalla “storia” a far evolvere il suo indubbio buongusto in soluzioni artistiche maggiormente peculiari … i “tempi” e il contesto musicale attuali sono maturi per concedere ai Mesheen quella tardiva considerazione che meritano
Recensione a cura di Marco Aimasso

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