Copertina 7

Info

Anno di uscita:2021
Durata:41 min.
Etichetta:Pride & Joy Music

Tracklist

  1. KEEP GOING
  2. MARBLE ARCH
  3. SKINNY JEANS
  4. EYES ON FIRE
  5. WHAT MAKES YOU SMILE
  6. DEEP WITHIN
  7. MIRRORS & MASKS
  8. HIDE
  9. BE FREE
  10. DESERT SONG
  11. NEVER LOSE HOPE

Line up

  • Chris Portelli: vocals
  • Joseph Azzopardi: guitars
  • Marcel Paul Grima: bass
  • Paul Cini: guitars
  • Silvio Cini: drums

Voto medio utenti

Vengono dall’isola di Malta, sono 5 ragazzi pieni di energia, e il loro obiettivo è fare un po’ di sano rock and roll con tinte glam. Potrei anche chiudere qui la recensione, ma di “Deep Within”, allbum di debutto degli Upper Lip, voglio parlarvene nel dettaglio, e non solo per pura formalità ma perché è proprio un gran bel disco. Se infatti molte band, vecchie e nuove, attuano nella loro carriera, o partono con l’operazione nostalgia il fattore nostalgia, i risultati non sono sempre eccellenti. Un risultato scialbetto da una parte, o con troppi eccessivi richiami dall’altra. Non è il caso degli Upper Lip, che con un disco che condensa in 40 minuti scarsi semplicità, irruenza, ottime melodie, e una prestazione dei musicisti coinvolti al top.

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Se infatti le iniziali “Keep Going” e "Marble Arch” mettono in mostra gli artigli della band, con la voce graffiante e acuta molto alla Axl Rose dei vecchi tempi del singer Chris Portelli, riportando indietro alla mente le strade al neon di una Sunset Strip degli anni 80’, non può mancare il classico momento alla “accendini per aria” che si ritrova nella bella ballad “What Makes You Smile”. Non manca inoltre una produzione non troppo vintage che mette in risalto tutti gli strumenti, e che trova nella potenza delle chitarre la sua giusta esaltazione in pezzi come “Eyes Of Fire”, o la divertente “Mirrors And Masks”. Si rallenta un po’ nella seconda parte con “Hide”, che suona come la tipica canzone da suonare davanti a un fuoco, mentre si riprende a battere i piedi con “Desert Song”, che ha dalla sua un’ottima melodia che difficilmente scorderete dopo il primo ascolto.

Nostalgici? Probabile. Scontati? Plausibile anche ciò. Mentirei però, e di parecchio, se vi dicessi che durante l’ascolto di “Deep Within” mi sono annoiato, anzi tutto il contrario. Non cambieranno il mondo, ma se siete amanti delle sonorità dei primi Skid Row o dei Guns N’ Roses, troverete in questo album tutti gli elementi essenziali per svagarvi un po’.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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