Avete presente quelle discussioni in famiglia, dove prima per un paio di ore buone tutti si mandano a quel paese, per poi ritrovarsi un paio di anni dopo (quasi) tutti insieme a bersi una birra e ricordare i bei tempi? Beh, con i
Dirkschneider & The Old Gang la storia è piuttosto simile. Se fino a un paio di anni fa sembrava scorrere diciamo tutto bene, con da una parte il fronte Accept capitanato da Wolf Hoffmann tirava avanti, e dall'altra gli U.D.O. di Udo Dirkschneider faceva lo stesso, con l'uscita del bassista
Peter Baltes dai primi, è cambiato tutto.
Sì, perché prima il buon
Peter dichiarò di avere in mente dei cambiamenti al di fuori del mondo musicale, per poi figurare assieme all'ex "nemico" Udo, e l'ex batterista degli Accept
Stefan Kaufmann in questo EP
"Arising". In tutto ciò, immaginatevi un punto interrogativo grande come una casa sopra la testa di Hoffmann, e il quadro direi che è completo.
Questo nuovo EP prosegue sulla stessa scia sulla quale avevamo lasciato gli U.D.O. con il loro ultimo lavoro
"We Are One" lo scorso anno, ovvero un heavy metal orientato su lidi sinfonici, con un uso dell'orchestra ben calibrato e mai troppo invasivo, e anche l'uso di una voce femminile, tale
Manuela Bibert.
Tre pezzi per la durata totale di quindici minuti scarsi, ma la qualità si sente, e dopotutto come si può rimanere indifferenti a un pezzo pomposo come
"Where The Angels Fly", dove l'alternanza fra il tono di voce ruvido di
Udo, quello di
Baltes, che si occupa di alcune parti vocali, e quello della
Bibert si fondono alla perfezione? Si torna con
"Every Heart Is Burning" a dei riff più massicci che riportano ai tempi di "Metal Heart", e dove ancora è il ritornello a farla da padrone, con un'esplosione sonora che difficilmente lascerà indifferenti. Con
"Face Of A Stranger" si punta ancora una volta sul mid tempo, ben riuscito, ma meno di impatto, ma dove comunque per i fan degli Accept sarà una bella emozione tornare a sentire cantare
Baltes, che sicuramente non è l'ultimo arrivato. Ottimi anche gli assoli di
Mathias Dieth, ex U.D.O., che non sfigura in alcun modo, e riesce a farsi sentire in tutto l'EP.
Potrei dirvi che tutto questo progetto alla
Dirkschneider &The Old Gang mi sappia come di un grande scherzo diretto a Wolf Hoffmann. Potrei sempre dirvi che alla lunga queste composizioni orchestrali stanchino, e che le differenze durante i vari ascolti siano veramente poche. Ma da grande fan degli Accept, soprattutto quelli storici, ho avuto un gran piacere nell'ascoltare questo EP, che con tutti i suoi difetti che possono saltar fuori alla lunga, risulta convincere appieno. Ma allo stesso tempo spero che questa strada sinfonica intrapresa non duri a lungo, visto il potenziale di questa "reunion" che a mio parere andrebbe perso se si continuasse su questa via.
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