Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:45 min.
Etichetta:Escapi
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. MONEY CHANGES EVERYTHING
  2. RIPPED
  3. SONG THAT WON’T GO AWAY
  4. DO YOU WANT TO PLAY
  5. I MISS YOU
  6. PINK/SOFT
  7. FUNDAY
  8. LIFE SUPPORT
  9. HIGH (IN MY LITTLE ROOM)
  10. GENERATION X
  11. ANTI
  12. HOLIDAY

Line up

  • Jimmy Ratchitt: guitar, vocals
  • Athena: drums, vocals
  • Dave Whiston: lead guitar
  • Rev Jones: bass

Voto medio utenti

Jimmy Ratchitt, chi è costui? Questa volta non è il caso di scomodare Don Abbondi, Alessandri Manzoni, Promessi Sposi o addirittura filosofi greci poco noti (ciò che era in realtà il buon Carneade) … Si tratta dello pseudonimo di James Kottak, già “picchiatore di pelli” per i Kingdom Come, nonché collaboratore di Warrant, Wild Horses, Montrose, McAuley Schenker Group, The Cult, ecc. e attuale batterista della leggenda teutonica Scorpions.
Assieme alla sorellina di Tommy Lee Athena (alla quale concede l’onore di gestire il drum-kit), Dave Whiston e Rev Jones (MSG), il nostro Jimmy si diverte, è il caso di dirlo, a propinarci un prodotto che dovrebbe essere sintetizzabile, almeno nelle sue intenzioni, come “Cheap Trick-meets-Green-Day-on-a-bad-day”.
Discretamente distanti da entrambi, ma sicuramente lontanissimi dai primi (ne devono “mangiare di pagnotte” per arrivare alla classe di Zander & C.) i Kottak (che in precedenza si chiamavano Krunk) offrono un punk ‘n’ roll piuttosto edulcorato, con vaghi richiami alla scuola scandinava di settore e puntatine nei territori tipicamente alternative.
Utilizzare una cover (“Money changes everything”, oltre a rappresentare l’espressione di una verità piuttosto assodata, è un brano di Cyndi Lauper) come apripista del proprio album, può essere un’opzione criticabile, ma il risultato non è dei peggiori e nel bilancio conclusivo si rivelerà, infatti, uno dei momenti più godibili dell’intero lavoro.
Altre situazioni abbastanza confortevoli appaiono la melodia compiacente di “Song that won’t go away”, le potenzialità radiofoniche della malinconica di “I miss you” e il trash rock in versione light di “Pink/soft” e “Generation X”, mentre per il resto, se escludiamo la pessima escursione rap-metal denominata “Anti” (una sorta di divertissement in cui “canta”, si fa per dire, la bella drummer-essa) e sorvoliamo su di una rilettura di “Holiday” degli Scorpioni alemanni che grida letteralmente vendetta (devo ammettere, però, una certa personale “intransigenza” in questo campo!), si può parlare di canzoncine accettabili, che non riescono però minimamente ad elevarsi da una condizione d’affabile anonimato.
I Kottak si saranno sicuramente sollazzati nel realizzare questo “Therupy”, molto meno io nell’ascoltarlo … James, please, torna ai tuoi tamburi e a quello che sai fare meglio!
Recensione a cura di Marco Aimasso

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