Con "
Escape" i transalpini
Decline of the I hanno portato a termine la trilogia dedicata al lavoro del neurobiologo e filosofo Henri Laborit sui ratti, ma una mente poliedrica e curiosa come quella del leader
A.K. (attivo anche nei
Merrimack e nei
Vorkreist) ha ovviamente bisogno di nuove sfide, di nuovi concetti da tradurre in musica: nasce così - a tre anni dall'ultimo lavoro- "
Johannes", quarto album della band sempre fedele alla polacca
Agonia Records dedicato agli scritti del filosofo, teologo, poeta e critico sociale danese Søren Kierkegaard.
Le coordinate sonore del quartetto non hanno subito mutamenti rimanendo in mirabile equilibrio tra il black tradizionale e le spinte innovative e sperimentali di un certo "post". Non vi sono quasi più tracce di elettronica nella proposta dei nostri, sostituite da partiture di pianoforte e accenni di strumenti a fiato.
Ciò che rimane intatto è lo spirito nichilista, algido, deprimente, freddo che pervade le cinque tracce dell'album contribuendo a creare un quadro desolato e privo di speranza.
Parti vocali parlate ed evocative, cori infantili, urla strazianti, chitarre ora pesanti e doom ora affilate e caotiche, drumming sincopato e potente: tutto concorre a dare forza ad un disco emotivamente pesante, che svuota il futuro di qualsiasi prospettiva.
I brani - se devo indicare un punto debole- hanno scarsa varietà e presentano ben poche differenze nel mood con cui procedono e forse un briciolo in più di creatività avrebbe dato ancora più spinta e caratterizzazione alle singole canzoni.
Ma credo che lo scopo dei
Decline of the I non sia di divertire quanto di scuotere ed in un certo senso "disturbare": obiettivo che raggiungono in pieno.
Come sempre sicuri ed affidabili quando si cerca musica di qualità.
Decline of the I - "
The Veil of Splendid Lies"
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