Con un suono quasi stoner sludge, il gruppo tedesco approda alla Major Label col nuovo e terzo album.
Le radici musicali sono nei'70 con richiami ai Black Sabbath, Candlemass e Cathedral ma con la particolarità della voce femminile che a me non fa impazzire.
Bisogna però dar loro atto di aver elaborato (creato mi sembra un vocabolo eccessivo), un sound personale che ci trasporta in mondi misteriosi con intrecci chitarristici dal vago sapore sulfureo, ogni tanto fanno pure capolino le keyboards. Le ritmiche sono sempre lente e cadenzate anche se la componente doom non appare mai esagerata, preferendo un mix di influenze, e solo "
Black Veil" ci regala un po' di velocità laddove i solos sono molto scarni ed essenziali.
Basso e chitarra sono registrati in modo da apparire come un unico strumento che crea un muro di suono.
Purtroppo non ho a disposizione le liriche ma non fatico a credere che "
Leaves Of Zaqqum" sia fondamentalmente un concept album posto che Zaqqum nel Corano è l'albero del Male.
Propendendo per il concept, le canzoni vanno ascoltate come un unico sermone della sacerdotessa al microfono e se amate le sonorita' cupe il dischetto fa per voi.
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