Ascoltare un album dei Solefald è come tuffarsi in un'orgia di suoni, lasciandosi travolgere dai sensi che annaspano in un mare di colori, sapori, umori diversi tra loro, eppure amalgamati in una struttura di compatta perfezione. Ad ogni istante si ha l'impressione di aver ripreso il controllo, mentre si continua a girare vorticosamente in balìa delle intuizioni messe in atto da Cornelius e Lazare, veri e propri deus ex machina di questo maelstrom sonoro, in grado di fare il bello e il cattivo tempo con un semplice schiocco delle dita.
"Black For Death" è la conclusione della saga islandese, il secondo e ultimo capitolo dedicato dalla band norvegese alla tradizione pagana di queste magnifiche terre del nord. Come già nel precedente episodio, il tono è volutamente maestoso ed epico, spesso incursore in territori folk di inusitata bellezza, sempre regale e magnificente grazie a un sapiente uso della sinfonia e delle orchestrazioni. Ma è presente anche la vena black che è sempre stata spina dorsale dell'avantgarde dei Solefald... esplode meno che in passato, ma quando lo fa ha ancora la travolgente carica di sempre. Oltre agli strumenti classici (archi in particolare) il duo non rinuncia alla pesante presenza del sax, che come nei precedenti lavori dona un autentico tocco di classe creando un'atmosfera patinata che è diventata ormai un marchio di fabbrica impossibile da imitare. A metà dell'ascolto si tocca l'apice di tutta la saga con "Necrodyssey" che ha tutte le carte in regola per diventare un classico di tutti i tempi per la band: l'opprimente chitarra è coperta dalle improvvisazioni vocali dei due musicisti, che si intrecciano e si sovrappongono senza soluzione di continuità, fino a sfociare nell'epicissimo ritornello. Se non intervenisse l'hammond si potrebbe anche pensare che i Solefald abbiano perso l'orientamento... invece è tutto lucido e chiaro come sempre, più di sempre.
Di questa musica non ce n'è mai abbastanza! Conclusa la saga islandese non possiamo che aspettarci l'ennesima imprevedibile evoluzione da parte di Cornelius e Lazare.
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