Prima di tutto devo delle pubbliche scuse a questi ragazzi di Roma. E' da un pochino che il promo gira per casa mia, ma per un motivo o per un altro, solo ora mi accingo alla recensione. Non ho scusanti per il ritardo. Detto questo, atto doveroso nei loro confronti, passiamo alla recensione. Dunque, gli Aima nascono a Roma, e propongono un'interessantissima miscela di Metal basata sulla fusione di più stili e generi: riffing convulso alla Meshuggah, con tanto di drumming a volte sincopato o asimmetrico, una solida linea di basso, inserti dub ed elettronici, ed una voce femminile, sia pulita che screaming. La forza di questi ragazzi è proprio nella fusione di tutti questi singoli tasselli, per creare una ambientazione cyber futurista, ma anche psico-horrorifica che lascia sicuramente incuriositi e che spinge l'ascolto a più riprese. L'unica nota su cui mi permetto di una riflessione è una maggiore attenzione sulle partiture di Sara, buona senz'altro nel timbro e nell'interpretazione delle songs (specialmente negli ottimi screams), un pelo calante invece sul piano dell'estensione (ma qui anche il missaggio non sempre le viene in auto). Direi davvero buona la produzione, eseguita negli studi caserecci - almeno per ora - degli stessi Aima. Una band da seguire con attenzione, in quanto dotata del giusto piglio e di idee senz'altro positive ed all'avanguardia (a proposito, su tutte le songs svettano 'All You Need Is Love','Bushido' e 'Prototypes', in cui tutta la vena Atheist/Cynic esce prepotentemente!). Decisamente interessanti e fuori dagli schemi routinari dell'underground italiano. Continuate così!

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