I Sachta sono una band francese che, prima di questo “Anosognosie”, debutto sulla lunga distanza, aveva pubblicato solo un EP nel 2005.
Sound corposo e solido quello dei transalpini, basato su un death/thrash groovy e cadenzato, dalle forti reminiscenze hardcore e industrial, soprattutto nella produzione e nei patterns ritmici, questi ultimi dall’incedere meccanico. Il risultato sono canzoni dure, violente, tirate, dove growling e sreaming si fondono in maniera egregia, dove c’è sempre un equilibrio invidiabile tra potenza e velocità, e dove, sin dall’iniziale “Rostrum”, non si può smettere di fare headbangin’.
Immaginate come se i Voivod di “Negatron” facessero cover dei Fear Factory” di “Soul Of A New Machine” o dei Napalm Death di “Inside The Torn Apart”, e facessero produrre tutto da Colin Richardson dei primi tempi. Certo bisogna fare le debite proporzioni, ma le sensazioni che questo disco evocano sono del tutto simili.
Purtroppo ho poche notizie di questa band, quindi tutto il giudizio si deve basare su ciò che si ascolta su questo debutto. Dicevamo comunque che i pezzi sono tutti di buona fattura, e per smorzare la tensione la band inserisce dei pezzi acustici, molto sinistri, fatti con violini, e dal titolo inquietante, come “Mass Grace Of Ghastly Dolls”, “Golden Young Wild Boar” e la conclusiva title-track. C’è anche spazio per “Brutal Renegade”, dove trovano spazio, oltre che vocals in francese, anche campionamenti e scratching, con vocals simil-rappate.
Resta tuttavia inteso che il “core” del disco, è fatto del solido, brutale, e possente metallo di pezzi come “Bury Me”, “Toxis Bless” e “Brain Lifting”.
Non siamo di fronte ad un capolavoro assoluto, ma di sicuro questo è un disco molto valido, perchè ha come qualità primaria quella di saper essere moderno pur suonando come 10 o 15 anni fa, e soprattutto perché è fatto di canzoni che spaccano e che vi faranno muovere il culo come poche altre!
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