Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:48 min.
Etichetta:Elevate Records

Tracklist

  1. ENOUGH
  2. THE MYSTERY MAN
  3. IN THE GARDEN OF DREAMS AND GRACE
  4. COLORS RITE
  5. THE ENDLESS JOURNEY
  6. MR. K
  7. FLOATING (IN THE DAMP AIR)
  8. TIMANFAYA

Line up

  • Francesco Tresca: drums
  • Mirko Marchesini: guitars
  • Mattia Cingano: bass
  • Enrico Marchiotto: keyboards
  • Nicolò Cantele: vocals

Voto medio utenti

Secondo album per i nostrani Watershape, la cui miscela sonora si muove sempre nei dintorni di un prog-metal che a me fa venire un sacco in mente gli anni '90, a cavallo tra gli Enchant di "Tug of War" (che disco quello!), gli Empty Tremor e qualcosa di più dissonante, più simile agli Psychotic Waltz e alla roba che, per l'appunto, andava in onda in quel periodo là.

La produzione però è moderna e ben fatta, e ci fornisce otto tracce per 48 minuti abbondanti di musica. Le composizioni sono molto ricercate da un punto di vista strumentale, tenendo sempre un certo "Images and Words" come nume tutelare ed andando ad esplorare a destra e a sinistra; ma la cura che i musicisti si sono presi nella cura di codesti dettagli, è stata un po' sottratta agli arrangiamenti, che in alcuni momenti ci donano linee un po' poco cesellate, che in qualche modo rendono le canzoni meno accattivanti di quanto potrebbero essere. E attenzione, non si imputi tale misfatto al singer Nicolò Cantele, che fa il suo onesto lavoro e cerca di uscire dai confini, visto anche che le coordinate sonore glielo permettono; ci sono momenti più arzigogolati ma soffusi come "Colors Rite", altri in cui invece la voce di Nicolò si arrochisce e si incattivisce, come (alcune parti di) "Mr. K" dove il singer prova ad esplorare territori vocali diversi. La prova strumentale è di ottimo livello e cerca sempre strade laterali, senza indulgere troppo nello sbrodolamento tecnico e prediligendo invece queste atmosfere, come dire, 'oblique', che spiazzano l'ascoltatore con le sequenze armoniche e con i cambi di ritmo e 'colore' sonoro.

Tutto sommato è un lavoro che vuole essere riascoltato, che ha margini di miglioramento ma che mi stuzzica sensazioni che sono sicuramente poco banali, e già solo di questo mi sento di ringraziare i Watershape.



Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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