Alex Savelli è un polistrumentista e produttore di lungo corso che ha collaborato, tra gli altri, con Eddie Kramer, Francesco Guccini, Paul Chain e Ares Tavolazzi;
Ivano Zanotti è un batterista con un curriculum che spazia da Loredana Bertè a Ligabue, passando per Brian Auger ed Edoardo Bennato. Cosa poteva venire fuori dall’unione di questi due talenti se non un lavoro dal respiro internazionale?
E in effetti
“Italian Kidd” - non è un errore, ma un gioco di parole che vi consiglio di approfondire - suona poco “italiano”, un po’ per i testi in inglese intonati da undici cantanti diversi (segnalo che
“Noi Siamo Soli” e
“Not Alone” sono la stessa canzone in due lingue diverse) e un po’ per i timbri caldi e costantemente a cavallo tra i due lati dell’Oceano di
Savelli (penso in particolare alle granitiche
“Take Me Back” e
“Don’t Get A Word”, o a
“Spears”, che profuma di The Who).
Non mancano episodi sottovoce (la lunga
“The Shepherd”, dallo sviluppo sorprendentemente articolato) o satirici (la già citata
“Not Alone” o
“The Bat From Wuhan”), ma prevalgono i brani sperimentali/lisergici (
“Natural Space Drift”, “Unspoken”, “The Stranger”, “Unidentified Flying Girl”) che rendono l’ascolto più eterogeneo e singolare.
L’ennesimo buon frutto del lockdown.
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