Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:33 min.
Etichetta:Indie Recordings
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE VISIONS OF TRISMEGISTOS
  2. SEVEN RULERS OF FATE
  3. FAUSTIAN RITES
  4. NEPTUNE DESCENT
  5. SCORCHED DEATH
  6. DEAD TEMPLES
  7. THANATOS
  8. ZEALOT REIGN

Line up

  • Arild "Arse" Myren Torp: guitars, vocals
  • Sindre Solem: bass, vocals
  • Christian "Kick" Holm: drums

Voto medio utenti

Avevano appena due anni di vita i Nekromantheon nel 2007, ed avevano appena pubblicato il loro EP di esordio “We’re rotting”, quando me li ritrovai, casualmente, sul palco del Maiden, un locale di Oslo. Ero lì perché mentre giravo per la città vidi la locandina di un concerto che si sarebbe tenuto la sera stessa, e oltre ai nostri, che aprivano le danze, avrebbero suonato i The Batallion (anche loro all’esordio, una sorta di super gruppo con ex membri di Old Funeral, Borknagar…) e gli Audiopain. Una bella seratina marcia in un locale altrettanto marcio, e ricordo che ebbi una buona impressione del trio di Kolbotn (sono concittadini dei Darkthrone), che, pur se alle prime armi, dimostrava già di avere tanta cazzimma da vendere.

Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, la band ha pubblicato due full length, nel 2010 e nel 2012, ed ora, dopo ben nove anni di silenzio, torna sul mercato con questo nuovissimo “Visions of Trismegistos”, licenziato negli USA dalla Hells Headbangers e nel resto del mondo dalla Indie Recordings, accompagnato dalla stralunata e malata copertina ad opera di Zbigniew M. Bielak.

Come dicevo, la band è migliorata tantissimo da quando li vidi live ad Oslo, i tentennamenti degli esordi sono spariti del tutto, ed ora ci troviamo dinanzi ad un gruppo che sa perfettamente cosa fare e come farlo, grazie ad una tecnica decisamente valida, ma soprattutto grazie ad un songwriting estremamente maturo. Ogni brano, ed ogni singolo riff, infatti, è ragionato, ricercato, nulla è lasciato al caso, ma non lasciatevi ingannare, questa freddezza nell’affrontare la composizione non va assolutamente a limare la potenza e la cattiveria dei brani, che risultano massicci, sanguigni e violenti, grazie anche alla produzione analogica dei Chaka Khan Studio, ad opera della band stessa.

Ed è per questo, quindi, che il loro thrash/black, pur ispirandosi a mostri sacri del genere come Aura Noir, Nifelheim, Slayer, Sepultura, Destruction, Celtic Frost vitaminizzati, risulta assolutamente personale. Le influenze restano relegate più che altro a livello attitudinale, non certo compositivo. Il trio pesta duro ma riesce a variare le sequenze di riff tanto quanto basta per rilasciare un prodotto vario e funzionale. Di base parliamo di un thrash metal in your face, ma come accennato non mancano richiami black, e anche death, e questa è una scelta voluta della band, che mira a riproporre le vecchie sonorità eighties, “when thrash, death and black metal was merged into one unholy trinity”, come tengono a sottolineare loro stessi.

I Nekromantheon vivono l’underground al 100%, e lo fanno per scelta, non per demerito, di gruppi come loro ce ne vorrebbero di più in quest’epoca di plastica e mega produzioni. In fondo è sempre dal basso che la nostra musica preferita continua ad emozionare, ed è dal basso che continuano ad arrivare uscite discografiche vere, sanguigne, che riescono a tenere in vita il vero spirito metal!
Recensione a cura di Roberto Alfieri

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.