Copertina 8

Info

Anno di uscita:2007
Durata:45 min.
Etichetta:NL
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. HUMAN NATURE
  2. NEXT TIME AROUND
  3. CAUGHT UP IN YOUR WORLD
  4. REALITY
  5. HANGING ON
  6. DON'T THROW IT AWAY
  7. GIVE LOVE / GET LOVE
  8. 21
  9. STARLIGHT
  10. GOING UNDER
  11. TOMORROW MAY BE GONE

Line up

  • Harry Hess: vocals, keyboards
  • Pete Lesperance: guitars, backing vocals
  • Barry Donaghy: bass, backing vocals
  • Creighton Doane: drums, backing vocals
  • Darren Smith, Tony Harnell: additional backing vocals

Voto medio utenti

Qualcuno dovrebbe proporre gli Harem Scarem per una medaglia, se non addirittura omaggiarli con un monumento, per l’incredibile opera svolta in difesa dell’hard-rock melodico in un periodo, gli anni ’90, in cui questo tipo di musica era tutt’altro che in auge.

Anche se piuttosto lontani dal centro nevralgico del mercato del disco, i canadesi hanno rappresentato a quel tempo, con una terna discografica favolosa, una delle poche speranze per tutti quelli che rimanevano legati ad una certa “tradizione” e non ritrovavano nelle “nuove” tendenze della musica rock la stessa forza emotiva e il medesimo spessore artistico.

Quelle appena menzionate non sono affatto onorificenze “alla memoria”, in quanto da allora ad oggi gli ‘Scarem si sono sempre dimostrati “alive and kickin’” e tra i molti alti e qualche piccola incomprensione (vedasi alcuni tentativi d’aggiornamento sonoro non sempre capiti completamente) hanno continuato ad offrire alla propria audience saggi d’energia e passionalità, intrisi di una classe davvero rara.

Continua ad essere un mistero degno della “Camera gialla” del famoso romanzo di Gaston Leroux, il perché i nostri canuck rockers, anche se spesso “coccolati” dalla stampa specializzata, siano delle autentiche star solamente in Giappone, mentre nel resto del mondo non riescano ad andare oltre il ruolo di uno “dei tanti” eccellenti outfit dediti all’hard de-luxe, di cui ci si dimentica, almeno questa è la mia impressione, un po’ troppo facilmente.

Qualcuno potrà obiettare che certe disparità di considerazione non sono affatto una novità e che, tutto sommato, per questo sempre più competitivo e affollato business (e per un genere non sempre così “cool”), quasi vent’anni di carriera e quanto ottenuto durante tale periodo non siano risultati proprio da “buttare”, ma personalmente ritengo che gli Harem Scarem meritino molto di più.

Abbandonati in buona sostanza gli “esperimenti” del passato, “Human nature” è un Cd strepitoso, melodia e verve incrociano le lame in un duello che può ricordare l’ardore degli esordi (ma anche qualcosa di “Weight of the world”) distillato attraverso la maturità di una band che vanta ormai una sostanziosissima discografia.

S’inizia senza indugi con una palpitante title-track, dove la chitarra di Lesperance ricama con un filato prezioso la tela costruita dall’emozionante voce di Hess, “Next time around” conquista con una costruzione melodica che arriva direttamente dagli eighties e “Caught up in your world” ridona il piacere di sognare anche al più pragmatico degli ascoltatori.

Sarà molto difficile, poi, togliersi dalla mente la linea portante di “Reality”, magari non rivoluzionaria, ma assolutamente catalizzante e “Hanging on” è la ballad di turno cantata in modo esemplare da un sempre espressivo e vibrante Hess, uno di quei cantanti mirabili, che però difficilmente troverete adeguatamente riconosciuto nelle playlist di categoria.

Ancora brividi nel crescendo iridescente di “Don’t throw it away”, visioni di Styx e Queen si materializzano nella scintillante magniloquenza corale di “Give love / Get love”, mentre “21” con i suoi saliscendi armonici frulla piacevolmente i sensi, continuamente messi a “dura” prova.

Eppure non è per niente finita e “Starlight” piazza un altro refrain memorabile, “Going under” costringe a tenere il tempo come se i muscoli fossero diventati tutti “involontari” e “Tomorrow may be gone” chiude questo fantastico tour the force centrando l’ennesima melodia vincente.

Non rimane che menzionare la preziosa contribuzione vocale dell’ex Darren Smith e di Tony Harnell e un artwork di copertina veramente suggestivo.

Gli Harem Scarem sono una specie di patrimonio “dell’umanità” che dovrebbe, in quanto tale, superare gli schieramenti “di parte” ed essere apprezzato da chiunque sappia riconoscere il talento, perlomeno quando questo è talmente imponente da non poter essere ignorato.

Non sono tuttavia così “utopista” da aspettarmi tanto, ma almeno confido in Voi melodic rockers là fuori … quando sarete dal Vs. music pusher di fiducia, in mezzo alla consueta ridda di uscite discografiche, ricordatevi di “Human nature”, non credo ne sarete delusi.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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