I
fans di
Dario Grillo e dei suoi
Platens si saranno sicuramente ormai abituati, e se è vero che
“l'attesa attenua le passioni mediocri e aumenta quelle più grandi” (come sosteneva uno dei padri dell’aforisma,
François de La Rochefoucauld), non c’è dubbio che la loro ammirazione nei confronti dell’artista siciliano, alla fine, grazie a questo “
Of poetry and silent mastery”, ne uscirà enormemente rafforzata, ripagando pienamente una fiducia edificata su due formidabili antefatti dal titolo “
Between two horizons” e “
Out of the world”.
A sette anni dal suo predecessore, il terzo albo del “gruppo”, patrocinato dall’infallibile
Art Of Melody Music, rappresenta un favoloso complemento al fascinoso percorso sonico intrapreso da
Dario (qui supportato dal fratello
Alex e da alcuni valenti ospiti), in cui convivono felicemente
heavy,
power,
prog e
AOR, il tutto condito da un pizzico di melodramma sinfonico.
Una spiccata sensibilità nell’uso della melodia e una rara misura nel saper evitare la pacchianeria di tanto “metallo enfatico”, sono le vere “armi di seduzione di massa” a disposizione di un compositore eclettico, che poi è anche un abile esecutore ed ottimo cantante, in grado di pilotare attraverso interpretazioni sempre “a fuoco” le varie diversioni espressive dell’opera.
Così, ecco che “
Conspiracy” cancella in un colpo solo decine di esempi stantii di
heavy solenne e gotico e lo stesso fa la successiva “
Wait for me” in un settore, quello del
melodic-power, davvero “rischioso” e accidentato.
La succitata capacità melodica esplode nella contagiosità del
refrain concesso a “
Easily”, in cui emerge chiara la peculiare personalità “adulta” di
Grillo, esaltata pure dal clima celtico di “
The path” (vagamente alla Ten) e dalle catalizzanti suggestioni emotive di "
Open arms” e della Work of Art-
esca “
Where the river flows”.
“
End of the world” è un coinvolgente frammento di
HM power-oso e magniloquente, “
Paralyzed” conquista con un altro ritornello di sicura presa, mentre leggermente meno efficace si rivela “
Winter”, dove una malinconica costruzione armonica si stempera in un istrionismo un po’ forzato.
Dettagli, in realtà, anche perché tra i momenti valevoli del programma bisogna annoverare pure le ballate “
Give or let go” e “
Close but far” (pregevole il
guitar-solo di
Orazio Fontes), intrise da un
pathos che le salvaguarda dalla retorica.
Citazione a parte merita, infine, “
Fragile”, la
bonus-track europea del disco, un “esperimento” cantato in madrelingua di notevole valore che potrebbe “aprire” per la
band interessanti spiragli in senso “commerciale” (a tratti il brano mi ha ricordato qualcosa degli O.R.O.).
Aggiungiamo una resa sonora ruggente, nitida ed equilibrata (irreprensibile il lavoro di
Grillo anche in “cabina di regia”), un attraente
artwork (curato da Aeglos Art) e le illuminate
liner notes scritte da un
writer che i lettori della
Gloria conoscono assi bene, e otteniamo un acquisto obbligato per tutti gli estimatori dei
Platens, nella speranza che con “
Of poetry and silent mastery” possano aumentare a dismisura, andando ad incrementare quella viscerale forma di dedizione che si tributa ad ogni eccellenza artistica degna di questo nome.