Gruppetto giovane e fresco, gli Sugarcoma sembrano dei Gazosa in versione ‘nu metal’ e scommetto che l’unico maschietto del quartetto suona la batteria.
Comunque la band vanta già un disco alle spalle, “Blisters” e tour di supporto a Fear Factory, One Minute Silence e Machine Head, tanto per capire di che pasta dura siano fatti questi quattro adolescenti provenienti dalla ‘rockin’ London’.
Fortuna ha voluto che il produttore Colin Richardson posasse il suo sguardo benevolo su di loro e così dopo il contratto con La Music for nation e i tour arriva questo mini di quattro pezzi come preludio per il prossimo disco.
La mano di Richardson si sente, il sound è piuttosto duro e portare alla mente il tipico stile ‘metal che vende’ anche se gli Sugarcoma affrontano la questione con un fare da punk band piuttosto sbarazzina e non rinunciano alla vena melodica.
Ce la faranno ad arrivare al successo?
Il primo brano, “What goes around” è un noioso midtempo basato su chitarre vorticose, break melodici e la voce della cantante che urla con buona convinzione; meglio “Lost morning” che a sorpresa ricorda il rock alternativo intellettuale della scena di Boston ed into the blue in cui un velo grunge si stende sul ritmare di basso e batteria, anche questo un gusto che sta tornando in voga soprattutto in USA.
Un po’ Kittie, qualcosa di Throwing Muses e voglia di essere presi molto sul serio….secondo me come band sono accettabili considerata l’età imberbe. Sicuramente meglio dei Gazosa.
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