Se vi piace il death metal putrido, quello in cui si sente il rimescolamento del marciume nel barile degli scarti che tenete in cantina lontano da sguardi indiscreti, allora il debutto del quartetto canadese dei
Disembodiment fa al caso vostro.
“Mutated chaos” sono quattordici minuti di death impregnato dei vapori della decomposizione in cui le ritmiche cadenzate e sofferenti vi prendono per le vesti e vi trascinano lentamente verso il basso, ritmiche in cui è facile ricordare l’insegnamento di gente quali
Autopsy,
Rottrevore,
Funebrarum o, giusto per fare un nome più recente,
Spectral Voice.
Spazio quindi a chitarre dal suono pieno in cui le frequenze sono riempite in modo tale da ingrassare e far risaltare il lato orrorifico di un riffing a cui non è viene concessa nessuna divagazione, a vocals estremamente gutturali e poco comprensibili che cantano storie di morte ed altri orrori indicibili e una base ritmica a cui è concessa qualche accelerazione per variare l’incedere delle canzoni.
L’aver fra le mani sei brani (facciamo cinque togliendo il breve intro) aiuta parecchio l’assimilazione di
“Mutated chaos” e l’attenzione rimane salda fino all’ultima nota di
“Below the mind of morbidity”, rimane però il dubbio di come il quartetto canadese si approccerà sulla lunga distanza, quando bisognerà puntare ad una maggiore “variazione sul tema” per non cadere nelle sabbie mobili della ripetizione fine a sé stessa.
Per ora ampiamente promossi.
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