Se mi avevano già convinto con il precedente "Abuse your Illusions", album che richiama moltissimo stupende atmosfere thrash d'oltreoceano sempre più rare nelle band di oggigiorno, questo "And The Worst Is Yet To Come" mi ha più che entusiasmato, un album incredibile sotto ogni punto di vista, Thrash con la T maiuscola insomma.
Iniziamo dallo scopo principale di un disco, ovvero far piacere la propria musica; lo stile degli
Hyades prende sempre più forma ed ispirazione propria senza nascondere però l'influenza di quei gruppi che fanno parte del bagaglio musicale di questi ragazzi pieni di grinta e caparbietà, e devo dire che convince alla grande!
Non c'è nessuno all'interno della band sotto le righe rispetto allo standard del disco, ognuno si prende intelligentemente cura del proprio compito in modo perfetto, in primis le chitarre taglientissime trovano una perfetta armonia alternando riffs semplicemente coinvolgenti ad assoli strepitosi, di quelli che ti lasciano senza fiato; la produzione, efficacissima, aiuta notevolmente, assieme ad un songwritng per nulla banale, gli strumenti ad adempiere a questi compiti e lo stile, come già detto, deve molta influenza a sonorità nineties provenienti soprattutto da un nome, quello degli Exodus, che la band non ha mai nascosto di amare, ma anche una certa familiarità ad un songwriting più europeo, un mosh totale, che gli Hyades promuovono con la canzone "Megamosh", in pratica una sorta di inno per tutti i thrashers.
Per le restanti songs ci sarebbe molto da dire, non un secondo di noia, pezzi furiosi accompagnati spesso da cori alla Anthrax di "Among the living" per intenderci, l'album scorre sempre liscio come l'olio, energia pura, ed i testi sono curatissimi, spesso impegnati socialmente, come in "EZLN" o nella stupenda "Pharmageddon", ma anche spassosi episodi di vita di tutti i giorni come "Skate Addiction".
Passando all'artwork, ottimamente curato dal buon Lorenzo Testa, vediamo collaborare per la cover niente meno che Ed Repka (Chi conosce Vic Rattlehead?) che ci regala una copertina magnifica, una copertina di quelle che non passano inosservate, dove ti concentri per vedere tutti i minimi particolari sempre curati e divertentissimi, una di quelle copertine che spesso hanno segnato per sempre la carriera di band immortali come i Death del compianto Schuldiner.
Cos'altro dire, senza dubbio una delle realtà più belle del metal ai giorni nostri, una realtà che ha tutte le carte in regola per continuare a sfornare grandi album come questo e per continuare a tener vivo un genere che in molti credono estinto, per questo ci rivolgiamo anche a gente simile dicendo a squarciagola: "ascoltate gli Hyades!"
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