Copertina 6

Info

Anno di uscita:2019
Durata:40 min.
Etichetta:High Roller Records

Tracklist

  1. TOWARDS FORGOTTEN PATHS
  2. SOVEREIGN OF DOOM
  3. CRESCENT MOON RISE
  4. IN RETRIBUTION
  5. BEYOND THE REALM
  6. ODYSSEY
  7. INFERNAL POWER
  8. REACH FOR THE NIGHT
  9. DESCENSION INTO DYING SPHERES

Line up

  • Heavy Steeler: vocals, guitars, bass
  • Christhunter: drums

Voto medio utenti

Heavy Steeler è un ragazzotto tedesco di North Rhine, Westphalia. Un bel giorno decide di voler mettere su una band, ma invece di mettersi a cercare altri ragazzi con i quali condividere la sua passione per il vecchio speed/thrash degli anni ’80, decide di fare tutto da solo, forse influenzato da quanto fatto da Joel Grind con i suoi Toxic Holocaust. Se da un lato la cosa è encomiabile, perché richiede notevole sforzo in fase compositiva, di contro rischia di risultare perdente già in partenza, in quanto più teste riescono senz’altro a partorire idee migliori e più varie, o quanto meno a fornire un’altra angolazione del tutto.

Ad ogni modo, dopo un demo, un EP e un single, il nostro eroe arriva finalmente al tanto agognato esordio, licenziato dalla High Roller Records. Sarà riuscito nel suo intento? Si e no. “Beyond the realm” presenta tanti ottimi spunti, ma anche un bel po’ di lacune. Ogni decisione presa da Steeler è un arma a doppio taglio, che alcune volte funzione altre no. Come per esempio quella di infarcire il violento sound speed/thrash dei brani con una notevole manciata di N.W.O.B.H.M., se non addirittura, in alcuni momenti, di schitarrate power metal. Tutto questo senz’altro arricchisce la proposta, ma di contro la rende confusionaria, in quanto i vari innesti non sempre sono ben amalgamati, quindi a volte risultano essere posticci.

Così come il volersi accanire a riproporre pedissequamente le sonorità speed/thrash degli anni ’80, da un lato dimostrano coerenza e che il nostro ha ben chiara la via che intende seguire, dall’altro in alcuni momenti suonano forzate, come se l’esecuzione di una determinata parte risultasse dovuta e non voluta.

Vi dico queste cose perché tutto sommato il disco non è affatto male, presenta diversi buoni momenti, come l’opener “Sovereign of doom”, “In retribution” o “Crescent moon rise”, purtroppo spesso si ha idea di star ascoltando un lavoro ancora non del tutto maturo. Senz’altro Steeler ha un grosso talento, è evidente, però deve imparare a canalizzarlo meglio, oppure convincersi a metter su una vera e proprio band che magari potrebbe colmare quelle lacune che di tanto in tanto saltano fuori. Per ora la sufficienza è raggiunta, ma lo dico con rammarico, perché con un piccolo sforzo in più il voto finale sarebbe potuto essere un tantino più alto.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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