Delle faticose e tenaci vicende artistiche dei
Tokyo Blade abbiamo brevemente dissertato in occasione della recente ristampa di “
Night of the blade”, un disco che, ideato per il
vocalist originale della band,
Alan Marsh, in realtà uscì cantato da
Vicki James Wright, ritenuto più adatto al processo di “americanizzazione” voluto innanzitutto dalla loro etichetta dell’epoca.
Per tutti quelli che sono curiosi di sapere come suonava il disco nella sua versione primigenia, la
High Roller Records ripropone (era già stato pubblicato dalla High Vaultage) oggi anche tale edizione dell’opera, compiendo contemporaneamente un atto di “giustizia” nei confronti di
Marsh e fornendo un’idea più chiara di cosa sarebbe stato nel 1984 il gruppo britannico senza le pressioni discografiche.
Partendo da quest’ultima considerazione, diciamo subito che questo “
Night of the blade ... The night before”, complice anche la voce viscerale e acuminata di
Marsh, ci riconsegna una formazione più simile al suo fremente esordio, alimentata dallo stesso “fuoco sacro” che ardeva nei sensi di Samson, Iron Maiden, Saxon e Tygers Of Pan Tang.
I Def Leppard, però, avevano da poco pubblicato “
Pyromania” e stavano raccogliendo i frutti della felice contaminazione
yankee del loro suono, ed ecco che “
Someone to love” e “
Love struck” risentivano in qualche modo proprio di questo illustre precedente.
Altrove, è la carica primordiale della
NWOBHM a prendere il sopravvento, con
anthem inossidabili come “
Night of the blade” e “
Breakout”, l’evocativa cavalcata “
Warrior of the rising sun” e il frenetico dinamismo di “
Unleash the beast”, “
Attack attack”, “
Madame Guillotine” (potrebbe piacere anche ai
fans dei Riot) e del
proto-speed “
Fever”, mentre a “
Dead of the night” è affidato il compito di spingersi fino a lambire i confini delle tenebre, così abilmente solcati da Grim Reaper, Angel Witch e Witchfynde.
Difficile, soprattutto per chi ha ormai da tempo immemore scolpito nella memoria “
Night of the blade” con
Wright dietro al microfono, scegliere tra le due varianti dell’albo, ma la riscoperta di “
Night of the blade ... The night before” è senz’altro un’operazione encomiabile e doverosa, la cui analisi è altamente raccomandata a tutti gli estimatori del settore.
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