Da amare o odiare. Non ci sono altri termini per descrivervi i Psyopus, band newyorkese che fa dell'estremismo frammentario e tecnicistico, dell'esasperazione ritmica e della schizzofrenia musicale un proprio trademark. Questo album o lo capite e ve ne innamorate, oppure lo riterrete un concentrato di "cose" buttate lì in qualche modo. Eccezion fatta, forse, solo per "Siobhanis Song", ognuno dei pezzi di questo "Our Puzzling Encounters Considered" è un tritato di influenze varie, stop'n'go, blast beat, pazzia, furia, violenza e caos; a farla da padrona, l'ossessivo, paranoico, sconvolgente screaming di Adam Frappolli. Se proprio vogliamo essere sinceri, i Psyopus non inventano nulla e ripercorrono strade già sentite, ma certo è che "fanno bene quello che fanno", per dirlo in maniera sempliciotta ma efficace. Certo è che chi non apprezza esperimenti del genere ne stia alla larga, credo farebbe volare fuori dalla finestra cd e custodia nel giro di venti secondi. Chi, invece, ha già apprezzato l'esordio dei Psyopus, troverà pane per i propri denti e andrà sul sicuro.
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