Sebbene
"Apotheosis" sia l'album di debutto, il terzetto statunitense dei
Triacanthos è in giro già dal 2013 e, con tutta probabilità, ha trascorso questo lungo lasso di tempo per affinare la sua proposta musicale che, oggi, viene licenziata dalla
Purity Through Fire Records, una etichetta che in campo estremo difficilmente sbaglia le proprie scelte.
A conferma di quanto appena detto, l'album si dimostra un buonissimo lavoro di black metal "moderno" che ha nelle sue multi sfaccettature l'aspetto migliore e più intrigante dal momento che gli americani possono difficilmente essere inquadrati in un filone ben preciso in quanto capaci, in quasi un'ora di musica, di fondere anime e sonorità differenti che abbracciano la scuola svedese, riferimenti al death della loro madre patria, atmosfere decadenti e vicine a certo depressive, tecnica esecutiva di tutto rispetto ed un approccio vocale crudo ed isterico che, stranamente, si incastra benissimo con una sezione strumentale elegante e costantemente in divenire.
Forse in
"Apotheosis" c'è anche troppa carne al fuoco e forse i
Triacanthos devono ancora lavorare per trovare una loro precisa identità, ma è evidente il talento di questi ragazzi e la loro capacità di passare, con enorme facilità, dai blast beats selvaggi agli arpeggi più malinconici, dalle strutture sonore intricate ai momenti più primitivi (non è un caso la cover finale dei Judas Iscariot), passando, quando il contesto lo richiede, per la ricerca dell'atmosfera che, frequentemente, si adagia su partiture death/doom di indubbia efficacia senza tralasciare vaghi riferimenti a certi Cradle of Filth (soprattutto per le vocals ed i cori) che completano una proposta di certo non scontata e ricchissima in fase di arrangiamento e songwriting.
"Apotheosis", insomma, è un lavoro complesso, da ascoltare con attenzione, ricco di idee e di trovate anche distanti dall'estremo (certi assolo sono di scuola classic) e venato da una sorta di grigia malinconia che, a ben guardare, ne costituisce la spina dorsale e la principale chiave di lettura per dare un senso compiuto e complessivo ad una musica suonata e concepita con il cuore (nero) di tre musicisti dai quali mi aspetto grandi cose nelle prossime uscite.
Per quanto mi riguarda, un'ottima scoperta.
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