Mainline - From Oblivion To Salvation

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:51 min.
Etichetta:Dioxzion
Distribuzione:Twilight

Tracklist

  1. SOUL EXTRACTION ASSAY
  2. BRILLIANCE OF SHADOW
  3. BOUNDLESS
  4. EMPHATIZE WITH YOUR ENEMY
  5. ONE BY ONE
  6. LACERATE
  7. 9 GONE
  8. HIDDEN TRUTH
  9. R.I.P.
  10. SET FREE
  11. DISTRESS
  12. KEEPIN MY DISEASE
  13. CHAIN

Line up

  • Maurizio Lazzaroni: vocals
  • Stefano Valsecchi: guitars
  • Flavio: guitars
  • Simone Berti: bass
  • Alessandro Benedetto: drums

Voto medio utenti

I Mainline avevano esordito nel 2003 con l’ep “Neurasthenic”, accolto positivamente dalla critica, e tornano dopo circa tre anni col loro primo full-lenght, il qui presente “From Oblivion To Salvation”.
Non conosco il precedente lavoro, ma posso con sicurezza dire che i Mainline ci sanno fare alla grande. Su una base groovy e violenta di thrash/metalcore, si innestano melodie dagli echi tooliani, col giusto pizzico di elettronica e con un bassista esibizionista fino al midollo.
La musica dei Mainline gioca sui chiaroscuri della doppia anima, una aggressiva e brutale, e l’altra melodica e liquida, chiaroscuri che si riflettono anche nell’uso delle vocals da parte del singer Maurizio Lazzaroni.
Perfetti anche certi intermezzi cari ai Deftones o A Perfect Circle, ad esempio in “Hidden Truth”, anche se bisogna dire che il meglio di sé la band lo dà in pezzi come “Brilliance Of Shadow”, dove troviamo anche la voce di Fiorella, o la successiva “Emphatize With Your Enemy”, dove trova posto anche la voce di Guillermo Gonzales dei Mothercare.
Ottima la produzione, di Ettore Rigotti dei Disarmonia Mundi, bravo a far suonare potente il disco pur lasciando alcune asperità che fanno groove.
La band sa picchiare molto duro quando vuole, “Set Free” è un chiaro esempio, anche se dobbiamo dire che la vena melodica, malinconica e nostalgica, non abbandona mai la musica dei Mainline.
In definitiva un disco buono, non stereotipato, ricco di ottimi spunti e soprattutto non noioso, capace di mostrare un’anima oscura e devastata, e dove gli spasmi di sofferenza trovano sfogo in pezzi devastanti come “Distress”. Davvero bravi.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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