Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:43 min.
Etichetta:Regain Records

Tracklist

  1. HOLLYWOOD BOULEVARD
  2. STEP IN THE RIGHT DIRECTION
  3. EIGHT MILES HIGH
  4. KING OF MARS
  5. NEON MAN
  6. SUNSHINE SUPERMAN
  7. ROAD TO HADES
  8. HIGH LATITUDE HIDE 'N' SEEK
  9. ESCAPE
  10. SOLE SURVIVOR

Line up

  • Neil Merryweather: vocals, bass
  • Tim McGovern: drums
  • Timo Laine: guitars
  • Michael "Jeep" Willis: guitars
  • Robert Silvert: synthesizers

Voto medio utenti

Qualcuno (pochi, mi sa …) si ricorderà di Neil Merryweather (alias Robert Neilson Lillie) nelle vesti di collaboratore e co-produttore del primo disco di Lita Ford (“Out for blood”, 1983), ma la carriera di questo stralunato artista canadese è stata corposa e poliedrica come la sua personalità.
Infatuato da fantascienza e fumetti, nel 1974 il nostro pubblica questo “Space rangers” un albo da catalogare sotto la voce “strano e affascinante” (“Strange and beautiful”, per dirla alla maniera dei Crimson Glory …), intriso di space, pomp e hard-rock, trattati in maniera assolutamente peculiare e “stravagante”.
Probabilmente anche grazie agli effetti “lisergici” della scena californiana in cui Merryweather operava, il risultato trasuda di un senso di “libertà” espressiva davvero intenso, ispirato da creatività e da un approccio trascendente e tuttavia sempre attento a mantenere una certa concretezza compositiva.
Capita, così, che in “Hollywood boulevard” si assista a un sorprendente tentativo di sintesi tra Angel e Mahogany Rush e in “Step in the right direction” il clima diventi ancora più vaporoso e liquido, con il cantato di Neil che assume addirittura barlumi Jonathan Davis-eschi (!), supportato nell’occasione da irretenti voci femminili.
Con il basso pulsante e le dissertazioni psych di “Eight miles high” (remake dei Byrds), staccarsi dal suolo anche oltre le famose “8 miglia” citate nel titolo, sarà a questo punto piuttosto facile, allo stesso modo con cui la melodia arcana ed eterea di “King of mars” trasporta l’astante nella corte di un sovrano marziano ieratico e visionario.
Funky e hard-rock incrociano le lame nella maggiormente canonica “Neon man”, mentre alla trasfigurata cover di Donovan “Sunshine superman” è affidato il compito perlustrare nuovamente i grandi spazi aperti, questa volta supportati da un falsetto camaleontico e da un clima sonico straniante.
L’afflato epico che alimenta “Road to hades” potrebbe piacere pure agli estimatori di Warlord e Virgin Steele, e dopo un’altra gradevole “pausa” di hard-blues (cosmico) denominata “High latitude hide 'n' seek”, il finale di programma è ancora all’insegna di una rotta verso lo spazio profondo, inaugurato dalla grintosa “Escape” e proseguito nella lunga jamSole survivor”, una magnetica e surreale suite dagli accenti vagamente Pink Floyd-iani.
Il viaggio onirico, siderale e inquieto, oggi riportato alla luce dall’emerita operazione di ristampa della Regain Records, continuerà nel successivo “Kryptonite”, anch’esso da (ri)scoprire (e ne riparleremo …), almeno se vi ritenete musicofili curiosi, autentici esploratori della Storia del Rock, di quelli che non si accontentano dell’ovvio e dell’ordinario.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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