La
Cruz Del Sur pubblica la ristampa (in vinile) del terzo album dei doomsters
Pale Divine, uscito originariamente nel 2006 per I Hate Records. La band della Pennsylvania è considerata tra i pionieri della rinascita del doom metal, essendo in attività (con qualche pausa) dal 1995. Si misero in luce con i primi due lavori: "Thunder perfect mind" (2001) e "Eternity revealed" (2004), nonchè con il presente album. Dopo un periodo di stasi, sono recentemente tornati alla ribalta ed in gran forma con "Pale Divine" del 2018 e il recentissimo "Consequence of time" (2020).
I fondatori del gruppo
Greg Diener (voce e chitarra) e
Darin McCloskey (batteria) non hanno mai nascosto la propria devozione verso i Black Sabbath e tutto il proto-doom degli anni '70. Il loro sound è fortemente influenzato dallo spirito oscuro di Iommi, nonchè da Bedemon, Pentagram, Solstice, Saint Vitus e compagnia, ma nel tempo si sono dimostrati eccellenti esecutori di genere con un songwriting di sicura efficacia ed affidabilità.
"
Cemetery earth" rappresenta forse l'apice della loro produzione, grazie ad una serie di brani molto estesi ed ambiziosi ma anche assai ben focalizzati. Riff austeri e severi, grandi assoli, atmosfera tenebrosa, voce pulita e intensa, rallentamenti ed accellerazioni, gli statunitensi utilizzano l'intero arsenale del doom più classico senza per questo risultare una copia carbone. Anzi, evidenziano personalità ed ottima abilità nel variare le soluzioni e non scadere nella ripetitività.
Episodi molto heavy e rocciosi, come "
The eyes of destiny" o "
The seventh circle", sono certamente influenzati dai Sabbath ma ne rappresentano una versione ancora più ieratica e metallica, mentre percorsi lenti e dilatati come le splendide "
(I alone) The traveller" e "
Cemetery earth" sono esempi antologici di neo-doom contemporaneo, dall'atmosfera minacciosa ed impennate ritmiche spezzacollo. Il trio statunitense mostra compattezza e abilità encomiabili in qualsiasi frangente, compresi gli scampoli di groove seventies che troviamo nelle cadenze ritmate e torbide di "
Soul searching", dove ci sono echi di Trouble, o l'up-tempo "
Fire and ice" dai connotati epicheggianti e battaglieri.
Alla fine c'è spazio anche per una incursione nel territorio dark-psych con la memorabile "
The conqueror worm", che parte con toni liquidi e sinistri per trasformarsi in una cavalcata doomy travolgente. Il solismo impetuoso di
Diener incrementa il mood affascinante di questa canzone, che chiude alla grande un album di eccellente spessore.
Lode ai
Pale Divine, formazione che finora ha ottenuto meno attenzioni di quello che meritava. Agli amanti del classic-doom consiglio di recuperare questo magnifico disco.
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