Non. Ne. Sbagliano. Una.
Non contenti del bellissimo “
Sorella Minore”, tornano gli australiani
Teramaze con il loro
secondo album del 2021, e se pensate che si tratti di b-sides o materiale di scarto, vi sbagliate di grosso!
“
And the Beauty they Perceive”, infatti, è un lavoro nuovo di zecca, ben 62 minuti scaturiti dalla mente prolifica a dir poco di
Dean Wells, mastermind, cantante dalla voce angelica, e gran bel chitarrista di questo progetto.
La ‘ciccia’ qui è un prog-metal molto melodico, e che si lascia accarezzare da suggestioni più mainstream in alcuni momenti. La quota tecnica non manca di sicuro, ma è totalmente, to-tal-men-te, al servizio della canzone e mai viceversa. A partire dalla title track, questo nuovo lavoro ci porta in giro per brani ben cantati, costruiti su un gioco di chiari e scuri musicali che, come al solito con i
Teramaze, lascia stupiti per qualità e gusto. Piccole citazioni sparse meritano: una “
Untide” bellissima, con tanto di citazioni di “Eleanor Rigby”; “
Son Rise”, gran mid tempo suggestivo e dalle melodie accattivanti (pensate al meglio di Circus Maximus, Seventh Wonder, una punta di PoS di quelli buoni di una volta…), o la adorabile suite finale “
Head of the King”, da registrare sotto la voce ‘come usare bene le tastiere senza ammorbare un brano’.
Per chi non li conosce (ancora) potrei paragonarli alle band che vi ho citato poco sopra, o ai Dear Hunter, sempre a cavallo tra prog rock e accelerazioni più metallose, ma, a costo di ripetermi, “
And the Beauty they Perceive” è l’ennesimo gran bell’album dei Teramaze, cantato da dio, suonato da dio, scritto e prodotto come dio comanda. Qualità media davvero alta.
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