Avevo sentito parlare vagamente di
Saeko all'inizio degli anni 2000, essendo da sempre patito della cultura giapponese oltre che ovviamente di power metal, ma ad essere sincero a parte qualche sbiadito ricordo, tipo la presenza di
Michael Ehré e del povero
Lars Ratz dei
Metalium, non ho un preciso riferimento ai suoi lavori di quel tempo, prima che nel 2006 terminasse le sue attività.
Dopo 14 anni Saeko ha deciso di rimontare in sella e lo fa ancora una volta accanto Michael Ehré, nel frattempo dietro le pelli anche di
Primal Fear,
Gamma Ray e
The Unity, e si affianca anche a due presenze italiche come
Alessandro Sala dei
Rhapsody e
Guido Benedetti dei
Trick or Treat per il suo terzo album "
Holy Are We Alone", che interpreto come una sorta di viaggio in giro per il mondo dato che ogni brano prende il nome di una nazione, dal Giappone alla Russia, passando per Germania, India, Siria ed altre.
Sono rimasto sinceramente impressionato in maniera favorevole dal power metal di Saeko, lontano dagli stilemi degli ultimi anni che me lo hanno reso odioso: non è plasticoso, non è bombastico e non è caricaturale come i soliti nomi del panorama attuale hanno cercato (ahimè, con largo successo per quanto riguarda i grandi numeri) di trasformarlo in fenomeno da baraccone, ma al contrario è un power metal molto adulto, a partire dai suoni (merito di una produzione adeguatissima), con momenti drammatici, inserimenti operistici ma che mai appesantiscono i brani, tutti adeguati e differenti tra loro, dotati non solo di ottimi refrain ma anche di buona longevità, belle melodie e quel tocco di esotico conferito dalla voce di Saeko che canta in nipponico nella semi-opener "
Japan: In My Dream" che davvero pare una canzone di Evangelion o Saint Seiya, caratterizzata da efficacissime linee vocali, caratteristica che "Holy Are We Alone" si porta dietro per tutti i 56 minuti di durata, tra brani più aggressivi e diretti, come la già citata "Japan" insieme alle terremotanti "Russia" e "Syria" ed altri più mid-tempos od operistici e sinfonici, come "
Germany: ReBellion Mission", peraltro una delle migliori, dotati di assoli fulminanti e scelte variegate di arrangiamento, oltre alla voce stessa di Saeko capacissima di ammaliare sia su tonalità medie sia quando riesce a salire altissima.
Un album veramente maturo ed all'altezza che ha dalla sua parte il fatto di poter indiscutibilmente essere apprezzato dagli estimatori del power metal di una volta (
Helloween,
Stratovarius? certamente sì!) ma anche da chi ritiene i Gloryhammer un'ottima band: brava Saeko e speriamo di non dover aspettare nuovamente a lungo per altra musica di questo spessore.
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