La
BMG negli ultimi tempi ci ha proprio preso gusto a sfornare le
super deluxe edition dei
primi album dei
Black Sabbath e vorrei ben vedere, visto che sono sempre vendite assicurate. Noi su
Metal.it ne abbiamo recensite un paio e dopo i primi magnifici sei capolavori, siggiunge alla ristampa in più formati del discusso
“Technical Ecstasy” uscito originariamente nel 1976.
A detta di alcuni è un album da rivalutare, ma questa riedizione mi ha fatto capire per l’ennesima volta che seppur non parliamo certamente di un brutto album, beh stiamo parlando di un disco sicuramente secondario e ampiamente sorvolabile del
Sabba Nero.
Per i pochi che ancora non lo sapessero, il disco continua la scia tracciata dai precedenti
“Vol. 4”,
“Sabbath Bloody Sabbath” e
“Sabotage”, quindi un sound non sempre cupo e monolitico, attorniato da varie virate stilistiche, sonorità inusuali e più vicine al magico mondo del Prog piuttosto che ai colori della Psichedelia, ma qui alleggerito ulteriormente, con sonorità a volte ripetitive e non sempre realmente incisive, al contrario della clamorosa tripletta poc’anzi citata.
Al di là di questo, la super deluxe edition in questione cosa offre?
Quattro CD (o cinque LP) nei quali troviamo:
- l’album originale rimasterizzato
- l’album originale proposto con un missaggio differente fatto da
Steven Wilson- l’album originale con missaggi alternativi
- il Live World Tour 1976-77
Inutile dire che che i vari missaggi sono tutta paccottiglia inutile, atta solo a giustificare i prezzi di queste edizioni, con il CD (o i due LP) dedicato alla selezione del live del disco ad essere la cosa più interessante e a farsi ben valere, vista l’attitudine live della band stessa, oltre al modus operandi del periodo on stage.
Basta questo a consigliare questa mega edizione non proprio utile di un album minore dei
Black Sabbath? Dal mio punto di vista, no: con un centinaio di euro (aggiungete una cinquantina di euro per la versione in vinile) potete portare a casa una marea di musica più interessante, come il box set
“The Nine Worlds of Falkenbach” ad esempio.
Dopotutto con che faccia potrei consigliare un’operazione del genere atta solo a spremere il più possibile una vacca che fa ancora un po’ di latte in quella che è una delle tante (brutte) derive che il Metal ha avuto nelle ultime decadi?
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