Ep di debutto per gli inglesi Below The Line, band creata da Andy Hutton dopo lo split della sua precedente band, gli Stoopi. Il sound di riferimento dei cinque pezzi di questo “Ode To St. Chris” è sicuramente il post-grunge di marca americana, anche se a livello vocale e certe melanconie sonore sono fortemente debitrici dei primi due lavori dei Bush di Gavin Rossdale.
Le canzoni sono sempre abbastanza cadenzate, sembrano sempre sul punto di esplodere, ma non lo fanno mai, e c’è da dire che qualche botta di adrenalina non farebbe male al sound dei Below The Line. D’altronde non si può non apprezzare una certa vena intimista, anche se bisogna dire che il songwriting della band non è propriamente eccelso.
A parte i debiti già citati, le canzoni, se si eccettua “No Emotion”, sanno di già sentito, spesso si aspetta il cambio d’umore che gli faccia fare il salto di qualità, ma la band preferisce perdersi in pattern sicuramente affascinanti, per il loro gusto retrò, ma alla lunga noiosi.
Pessima la produzione, cupa, dai suoni quasi ovattati. Non so se sia voluta come cosa, e se è voluta non è sicuramente un punto a favore, visto che la band cita tra le proprie influenze anche certe derive stoner.
Il bilancio finale è un disco che vive di luci ed ombre, e che non è certo il migliore dei viatici per il futuro dei Below The Line. Bisogna lavorare duro.
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